Uno dei tratti della condizione giovanile è il passaggio dalla scuola al lavoro. Orbene, nell’ultimo decennio, la scelta del legislatore italiano - pur con il dichiarato fine di agevolare l’inserimento giovanile nel mondo del lavoro - è stata in realtà quella di costruire un sistema che consente agli imprenditori di pagare poco i lavoratori di età inferiore a trenta anni, senza che a questi ultimi siano forniti, attraverso adeguati percorsi formativi, gli strumenti per costruirsi un futuro in linea con le aspettative di sviluppo della persona attraverso il lavoro. Il tutto in un quadro di assoluta insufficienza delle tutele previdenziali. Precarietà, dunque, senza formazione né sicurezza sociale.