Richiesti, eppure mal accetti. Indispensabili, ma sorprendentemente emarginati. Attesi e indesiderati. Un approccio paradossale, quello che si è avuto finora nei riguardi degli immigrati in Italia. Perché ci vorrebbero laboriosi in quanto braccia da utilizzare, industriosi in quanto forza-lavoro da spremere, ma meglio ancora se discreti, silenziosi se non afoni, con buona pace della umanità di cui anche noi siamo espressione. Una sorta di scellerato disegno che vorrebbe una nuova plebe, a impegni lavorativi assolti, raggomitolata su sé stessa. Nascosta nelle pieghe e negli interstizi della periferia dell’impero. Lontana dagli occhi dei patrizi. Quasi come se non ci fossimo. O come se fossimo semplici ombre. Senza altri bisogni se non quello di lavorare. Senza aspirazioni.