La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto è l’avvio, all’inizio degli anni ’60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l’Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l’Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell’Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla società Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuà. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un’esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dà luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall’altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltà e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L’analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima è la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciò che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto è all’origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda è la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
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