L’Autore prende in esame la teoria delle emozioni di James-Lange per riscoprirne elementi di modernità estensibili alle scienze psicologico-cliniche. L’emergere dell’emozione dal (1) contatto diretto tra corpo e mondo reale e (2) dalle reminiscenze dei contatti precedenti evidenzia la permeabilità della persona nei confronti dell’ambiente circostante. Il realismo di James induce a riflettere sull’importanza dell’ascolto degli "eventi reali" riferiti dal paziente e sull’impatto reale della figura del terapeuta ("qualità personali") nella situazione psicoterapeutica. L’Autore si focalizza quindi sulla relazione tra la narrativa e il corpo del paziente durante il trattamento e sottolinea come il terapeuta possa cogliere nelle comunicazioni per "immagini" del paziente riferimenti alla sfera somatica. L’Autore traccia dei collegamenti tra la concezione jamesiana delle emozioni, il "feeling di quel che accade" concettualizzato da Antonio Damasio e le riflessioni sulla dimensione subsimbolica avanzate da Wilma Bucci.
Keywords: James-Lange, Bucci, corpo-mente, subsimbolico, realismo esistenziale