A partire dal corpus degli Scritti sulla donna (1928-1932), l’articolo intende mostrare come nel pensiero di Edith Stein vi sia il ricorrere di alcuni nuclei tematici soggetti a un sempre maggiore lavoro di scavo e di approfondimento, nella consapevolezza - maturata alla scuola di Husserl -della inesauribilità della realtà. In particolare, dopo aver ricordato la funzione ontologica della filosofia nell’indagine sull’essere umano, che consente di parlare di specie e di individualità, vengono qui toccate le questioni del rapporto fra specie e tipo, della mutabilità o meno della specie, della peculiarità dell’anima femminile, e viene evidenziato come esse o siano il risultato di ricerche condotte in precedenza o contengano in nuce elementi di una riflessione portata avanti dalla filosofa tedesca in tempi e opere successivi.