La navigazione interna in Toscana: continuazione e fine

Titolo Rivista STORIA URBANA
Autori/Curatori Lando Bortolotti
Anno di pubblicazione 2013 Fascicolo 2013/138 Lingua Italiano
Numero pagine 16 P. 119-134 Dimensione file 566 KB
DOI 10.3280/SU2013-138007
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Le prime ferrovie in Toscana (Firenze-Pisa, 1848, e nell’anno successivo Pisa-Livorno) lungo gli itinerari fondamentali delle vie d’acqua (Arno e Canale del Navicelli) mettono in crisi il tradizionale trasporto su fiumi e canali. Il Governo provvisorio (1859-‘60) decreta, come prima scelta ferroviaria, la linea lungo la costa per Roma, spinto dagli interessi dei grandi proprietari fondiari fiorentini e pisani nella Maremma a sud di Livorno, creduta una sorta di Far West della Toscana, per le risorse (potenziali) dell’agricoltura e le ricchezze minerarie All’inizio del 900 si accende nel Nord Italia una campagna per un efficiente collegamento via acqua fra la Lombardia e il porto di Venezia, e il Governo legifera in proposito. L’estensione del provvedimento all’Italia Centrale viene reclamata anche dalla Toscana e dal Lazio, attraversate dal secondo e terzo fiume del paese. Il mito della navigazione interna affascina anche gli Orlando, grandi industriali e finanzieri. A Livorno e a Roma entrano in politica due di loro, Salvatore e Paolo, sostenitori del trasporto per le vie d’acqua. Progetti di ristrutturazione del sistema fluviale vengono demandati agli uffici distaccati del ministero dei Lavori pubblici. Quello dell’Ufficio di Pisa riguarda soprattutto il rifacimento del canale dei Navicelli Pisa-Livorno, ed è l’unico realizzato, mentre l’Ufficio di Firenze si perde in fantasiosi (e nostalgici) progetti riguardanti il collegamento con Roma attraverso la Val di Chiana e il Tevere, e si pensa perfino di resuscitare l’antica idea di Leonardo di deviare l’Arno in un percorso più a Nord, per Prato, Pistoia e Lucca.;

Keywords:Lavori Pubblici Famiglia Orlando Politica dei trasporti

Lando Bortolotti, La navigazione interna in Toscana: continuazione e fine in "STORIA URBANA " 138/2013, pp 119-134, DOI: 10.3280/SU2013-138007