Trattare del corpo in psicoanalisi implica per l’autore rifondare quelle premesse teoriche che del corpo non riconoscono la presenza attiva nel setting analitico; richiede - appunto - di ridare corpo a quella relazione paziente-analista che percorre le vie sensoriali non meno del linguaggio verbale. L’oggetto su cui indirizzare l’indagine per raggiungere una maggiore comprensione di quei fatti psicoanalitici non ascrivibili all’area verbale sarà quella che viene denominata "la configurazione chiasmatica"; essa è costituita dalla "presenza-assenza del corpo della paziente / (riconoscimento del corpo) dell’analista". In questa chiave il corpo dell’analista diviene mezzo, strumento analitico, così quanto la sua mente. In un confronto serrato tra prassi e teoria, l’autore ripercorre i fatti clinici delle pazienti F e T in un’ottica costruttivista-relazionale che meglio, a suo parere, sembra accogliere e decifrare la relazione silenziosa della coppia analitica. Riconosciuto dall’analista, il proprio corpo diviene non solo un potente strumento analizzatore dei vissuti somatopsichici della coppia, ma anche il mezzo attraverso il quale la paziente potrà trovare e conoscere il proprio sé corporeo. Un ponderoso lavoro controtransferale-corporeo questo cui è chiamato l’analista, per corrispondere ai molteplici linguaggi della percezione.
Keywords: Affetto, bodily manifestations, controtransfert corporeo, chiasma, self-disclosure.