L’insorgenza in giovane età di sintomi potenzialmente prodromici di evoluzione psicotica, la necessità di riconoscerli in contesti e con programmi di valutazione non stigmatizzanti, la necessità altrettanto ineludibile di approcci di supporto o francamente terapeutici, sono temi che in questo momento vengono dibattuti in un clima di grande fervore scientifico e clinico dalla comunità internazionale. Gli Autori, rifacendosi all’esperienza di un centro per l’individuazione e l’intervento precoce nelle psicosi attivo da 15 anni (Programma 2000, Milano), che sin dall’avvio si è rivolto oltre che agli esordi (FEP) anche alle situazioni ad alto rischio di evoluzione psicotica (UHR), sviluppano alcune riflessioni di natura pratica sulla necessità per i Servizi di porre l’attenzione a tale popolazione di giovani. La convinzione che tale percorso, in un’ottica di prevenzione mirata, possa contribuire ad arginare o scongiurare la transizione in malattia, sostiene la ragionevole speranza che il futuro di molti giovani possa essere migliore di quanto non accada usualmente. Ciò richiede curiosità, interesse e determinazione da parte degli operatori oltre che una chiara aspirazione a sperimentare innovazioni e cambiamenti nella struttura del proprio lavoro, fondandoli sulle evidenze attualmente disponibili.
Keywords: Ultra alto rischio psicotico, individuazione precoce, trattamento UHR, prevenzione.