L’invecchiare porta ad avere una visione della vita nel suo insieme e a considerare il suo senso. Per questo si richiede una conversione del proprio stato d’animo, andando oltre le occupazioni quotidiane. Su una tale via veniamo a comprendere che la senilità è anche una produzione sociale, la quale è basata su stereotipi riguardanti la rappresentazione del tempo, dello spazio, delle relazioni. Ci sono però modi molteplici dell’invecchiare e occorre distinguerli, per evitare di cadere in un indebito livellamento. Ciò nonostante, siamo in grado di mettere a fuoco un modello generale di vita che esercita un effetto negativo sulla condizione dell’anziano: la riduzione della vita nella sua totalità alla sola capacità di produrre e consumare. La persona, contratta nel ruolo di produttore-consumatore, si rende incapace di coltivare le altre dimensioni dell’umano, quali l’agire e il contemplare. L’autore sostiene che una "vita buona" deve intrecciare lavoro, azione e contemplazione. La persona anziana ha per forza di cose un carico minore di lavoro e deve ponderare necessariamente la quantità di energie da dedicare all’azione; per questi stessi motivi la senilità può custodire i semi di una svolta antropologica, la quale porti all’equilibrio e alla pienezza dell’umano.
Keywords: Invecchiamento, senso, produzione sociale, lavoro, azione, contemplazione, equilibrio antropologico.
Jel Code: Y40