L’articolo prende in esame il percorso di produzione delle norme lavoristiche, oggi orientato alla massimizzazione del benessere, secondo i postulati dell’analisi economica del diritto, con riguardo agli strumenti contrattuali volti a combattere il fenomeno della disoccupazione. L’autore, in particolare, si propone di evidenziare gli elementi di coerenza e di criticità insiti nelle tre figure negoziali del contratto di apprendistato, del contratto a tutele crescenti e del contratto a tempo determinato.