L’articolo, parte integrante di una più ampia ricerca sui processi di integrazione sociale e politica degli ebrei milanesi all’indomani dell’Unità, si fonda sulla vicenda personale di Emanuele Segre e su un campione di domande di "discriminazione" inviate alla Direzione generale per la demografia e la razza dagli ebrei milanesi, principalmente tra il 1938 e il 1939. Prevista dalla legislazione antisemita fascista varata nell’autunno 1938, la "discriminazione" implicava alcune esenzioni per quanti, dientro documentata istanza, fossero in grado di dimostrare particolari benemerenze patriottiche. Emblema di una fiducia nella nazione che, pur non senza ambivalenze, aveva emancipato gli ebrei, le autobiografie che emergono dai dossier consentono di osservare il conflitto che, nell’Italia del 1938, si viene a delineare tra due principali modelli di cittadinanza: il primo fondato su criteri ascrittivi, quali la razza, e il secondo sulle opere e, in particolare, su una storia personale e familiare di partecipazione attiva alla storia nazionale. Una dialettica, questa, che oppose gli ebrei al regime ma che, al contempo, fa emergere le diversità interne allo stesso mondo ebraico.
Keywords: Leggi Razziali fasciste, "discriminazione", cittadinanza, autobiografia, 1938.