Punire o non punire: per una discussione sulla legislazione antinegazionista. Come non rispondere a una provocazione

Titolo Rivista ITALIA CONTEMPORANEA
Autori/Curatori Valentina Pisanty
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2017/284 Lingua Italiano
Numero pagine 6 P. 95-100 Dimensione file 80 KB
DOI 10.3280/IC2017-284004
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

La storia del negazionismo è quella di un’idea contagiosa in cerca di ambienti in cui riprodursi vantaggiosamente. Una tesi antistorica, già concepita dai perpetratori all’epoca dello sterminio, che dal dopoguerra ha sviluppato nuove strategie di sopravvivenza in una cultura che le è ostile, specie da quando la Shoah è stata riconosciuta come l’evento fondativo dell’identità europea. Quali strategie? Una carrellata delle principali tappe del negazionismo - dal "caso Faurisson" alla propaganda in rete - dimostra che il suo successo evolutivo è legato alla capacità di incamerare e rimescolare elementi alieni alla sua matrice ideologica, primo fra tutti il principio della libertà di espressione. Ecco perché, lungi dal neutralizzare il fenomeno, la criminalizzazione del negazionismo finisce per amplificarne gli effetti.;

Keywords:Negazionismo dell’Olocausto, Censura, Libertà d’Espressione, Semiotica

Valentina Pisanty, Punire o non punire: per una discussione sulla legislazione antinegazionista. Come non rispondere a una provocazione in "ITALIA CONTEMPORANEA" 284/2017, pp 95-100, DOI: 10.3280/IC2017-284004