Vengono esaminate le tre proposte di riforma della Legge 180/1978. In esse non vi è una analisi effettiva dei risultati della Legge, della situazione attuale e delle cause dei problemi; non si tiene conto delle conoscenze scientifiche e dei mutamenti avvenuti; si forniscono poche risposte ai bisogni della psichiatria; si trascurano i cambiamenti introdotti nel Servizio Sanitario Nazionale, avvenuti con riforme sostanziali o interventi marginali ma gravidi di conseguenze. Queste modifiche, in particolare la delega alle Regioni per la programmazione sanitaria e alcuni atti per il controllo della spesa, hanno sostituito una capacità progettuale con una logica puramente amministrativa. La psichiatria italiana è così sempre più priva di spinte culturali e incapace di costruirsi uno spazio scientifico, ritenuto riduttivo. Senza una identità forte, è lacerata fra richieste sanitarie e sociali, approcci ideologici e scientifici, attenzione ai bisogni della persona e a meccanismi politici. Ne consegue una gestione debole e impoverita non solo nelle risorse, ma soprattutto nella capacità progettuale.
Keywords: Legge 180/1978 sulla riforma psichiatrica; Legge 833/1978; Cultura psichiatrica; Scienza psichiatrica; Management sanitario