Lo sconvolgente scenario dei campi di battaglia di Solferino e San Martino ebbe come testimone lo svizzero Henry Dunant, che prontamente si attivò nel denunciare la tragedia dei soldati feriti lasciati morire. Vengono qui percorse le diverse fasi che, tramite la Conferenza di Ginevra del 1863 e la Convenzione di Ginevra del 1864, portarono alla creazione in Europa dei Comitati di soccorso. Si ricordano i protagonisti italiani che contribuirono alla nascita in Italia nel giugno del 1864 del "Comitato dell’Associazione Italiana di Soccorso pei soldati feriti e malati in tempo di guerra" denominato poi Associazione della Croce Rossa Italiana. L’operato di Cesare Castiglioni, presidente dell’Associazione Medica Italiana, e quello di Felice Baroffio, medico militare e grande diplomatico, hanno contribuito allo sviluppo del Diritto Internazionale Umanitario dell’epoca. Gli autori proseguono con una minuziosa descrizione di come era impostato l’organigramma e l’organizzazione dell’Associazione, di come i volontari civili fossero affiancati al personale militare, soprattutto in vista di quella che fu definita "la terza guerra d’indipendenza" del 1866. Quattro furono le "Squadriglie" approntate per le battaglie, ognuna di loro con un destino e un percorso diverso: si tratta del "battesimo" della Croce Rossa Italiana. L’Associazione fu senza dubbio efficiente nell'assistenza ai feriti e nel raccogliere e smistare gli aiuti ricevuti. Questa prima esperienza sul campo fu molto apprezzata dalla popolazione, ma anche dall’apparato governativo italiano.
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