La letteratura sulla refugee experience ha spesso evidenziato come la non volontarieta del processo migratorio, le esperienze traumatiche e la perdita di risorse pregresse, espongano i migranti forzati ad uno stress acculturativo (Rossi & Mancini, 2016) che, oltre a favorire atteggiamenti acculturativi basati sulla separazione o sulla marginalita (Sem & Berry, 2010), contribuisce a generare malessere psicologico e scarso adattamento socio-culturale. Vari studi hanno tuttavia dimostrato che tale stress acculturativo dipende, in realta, da diversi fat tori e, tra questi, anche dalle risorse personali, sociali e contestuali a cui i migranti forzati possono attingere una volta arrivati nel contesto ospitante (Rossi, 2018). Focalizzandosi in particolare sulle risorse sociali, questo studio ha analizzato come la frequenza dei contatti, l’eterogeneita culturale e la vicinanza emotiva della rete sociale nel paese di approdo si connette agli atteggiamenti di acculturazione e al benessere psicologico dei migranti forzati in Italia. Ad un campione di 160 migranti forzati (gia titolari di protezione = 111; Maschi = 127, Meta = 29.96) e stato somministrato uno strumento basato sul Name generator, l’Acculturation Attitudes Scale e il Kessler Psychological Distress Scale. La path analysis mostra che, favorendo un atteggiamento acculturativo basato sull’integrazione, sono soprattutto l’eterogeneita culturale e la vicinanza emotiva della rete sociale ad associarsi al benessere psicologico dei migranti.
Keywords: Esperienza di rifugiati, reti sociali, acculturazione, benessere, migranti forzati.