La solitudine come determinante della salute psichica

Titolo Rivista PNEI REVIEW
Autori/Curatori Piero Porcelli
Anno di pubblicazione 2020 Fascicolo 2020/1 Lingua Italiano
Numero pagine 8 P. 41-48 Dimensione file 240 KB
DOI 10.3280/PNEI2020-001005
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

La solitudine costituisce un fattore di rischio essenziale per la salute. A livello evolutivo, il bisogno di connessione sociale è precedente la nascita del linguaggio (vedi i fenomeni di pointing e shared attention); a livello epidemiologico, il c.d. Effetto Roseto indica la stretta relazione fra coesione interpersonale e sopravvivenza; a livello delle neuroscienze affettive, il concetto di embodied cognition indica la connessione all’interno della propria biologia endocrino-immunitaria dei sistemi psichici e relazionali (attaccamento e biological programming). Il costrutto di solitudine viene solitamente distinto in implicito (valutato su indicatori non-verbali) ed esplicito (valutato con scale self-report). Gli studi degli ultimi 20 anni hanno dimostrato che la solitudine, in particolare quella implicita, è un potente fattore di rischio di morbilità e mortalità, con un peso identico a quello dei più noti fattori di rischio (obesità, fumo, attività fisica), e riguarda anche le fasce più giovani della popolazione.;

Keywords:Neuroscienze affettive, Epidemiologia, Solitudine, Fattori di rischio, Cognizione incarnata, Salute.

  1. Tomasello M. (2008). Origins of human communication. Cambridge: Bradford Books.
  2. Hofer M.J. (2014). The emerging synthesis of development and evolution: A new biology for psychoanalysis. Neuro-psychoanalysis, 16(1): 3-22. DOI: 10.1080/15294145.2014.90102
  3. House J.S., Landis K.R. and Umberson D. (1988). Social relationships and health. Science, 241(4865): 540-545.
  4. Porcelli P. (2009). Medicina psicosomatica e psicologia clinica. Milano: Cortina.
  5. Porcelli P. (2018). Epigenetica e psicosomatica: dal laboratorio alla clinica. PNEI Review, 2: 72-82.
  6. Shapiro L. (2019). Embodied cognition. 2nd ed. London: Routledge.
  7. Singer T., Seymour S., O’Doherty J., Kaube H., Dolan R.J. and Frith C.D. (2004). Empathy for pain involves the affective but not sensory components of pain. Science, 303(5661): 1157-1662.
  8. Strathearn L., Fonagy P., Amico J. and Montague P.R. (2009). Adult attachment predicts maternal brain and oxytocin response to infant cues. Neuropsychopharmacology, 34(13): 2655-2666.

  • Effects of textual prompting and constant time delay on social communication skills of young adults with Prader Willi syndrome during online socialisation activities Luca Vascelli, Federica Berardo, Silvia Iacomini, Maristella Scorza, Francesca Cavallini, in Journal of Applied Research in Intellectual Disabilities /2023 pp.259
    DOI: 10.1111/jar.13052

Piero Porcelli, La solitudine come determinante della salute psichica in "PNEI REVIEW" 1/2020, pp 41-48, DOI: 10.3280/PNEI2020-001005