Con regolata indifferenza, con attenzione costante.

Domenico Maria Bruni

Con regolata indifferenza, con attenzione costante.

Potere politico e parola stampata nel Granducato di Toscana (1814-1847)

Il tema della vigilanza sulla produzione e sulla circolazione libraria nella prima metà dell’Ottocento non ha ricevuto finora grande attenzione da parte degli studiosi. Grazie a una vasta mole di fonti primarie per la maggior parte inedite, questo volume cerca di far luce su questioni poco o nulla considerate, analizzando le norme, gli uomini, i princìpi e la prassi della censura preventiva e della polizia del libro in una delle realtà editoriali più dinamiche dell’Italia preunitaria.

Edizione a stampa

40,00

Pagine: 360

ISBN: 9788891728081

Edizione: 1a edizione 2015

Codice editore: 1615.67

Disponibilità: Discreta

Pagine: 360

ISBN: 9788891735874

Edizione:1a edizione 2015

Codice editore: 1615.67

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 360

ISBN: 9788891735881

Edizione:1a edizione 2015

Codice editore: 1615.67

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

I libri fanno scoppiare le rivoluzioni? È un quesito che molti storici, da Daniel Mornet a Robert Darnton, si sono posti. Di sicuro, le monarchie assolute della Restaurazione nutrirono la convinzione che dalla parola stampata potessero derivare quanto meno delle serie preoccupazioni. La censura preventiva, infatti, fu una prerogativa sovrana comunemente esercitata in quei contesti istituzionali. Nonostante ciò, il tema della vigilanza sulla produzione e sulla circolazione libraria nella prima metà dell’Ottocento non ha ricevuto fino ad ora grande attenzione specifica da parte degli studiosi. Le poche ricerche disponibili si limitano, in linea di massima, a ribadire l’uso della censura come strumento di mero controllo dell’opposizione politica, senza scendere nel dettaglio del suo concreto funzionamento. Grazie a una vasta mole di fonti primarie per la maggior parte inedite, questo volume cerca di far luce su questioni poco o nulla considerate, analizzando le norme, gli uomini, i princìpi e la prassi della censura preventiva e della polizia del libro in una delle realtà editoriali più dinamiche dell’Italia preunitaria.

Domenico Maria Bruni è assistant professor di Comparative political history presso la Scuola IMT Alti Studi Lucca e collabora con l’International Center on Democracy and Democratization della LUISS Guido Carli. Si occupa di storia politica e istituzionale dell’Europa nel XIX e XX secolo, con particolare riferimento all’Italia e alla Gran Bretagna.

Introduzione
Abbreviazioni
Le norme
(L’eredità settecentesca; La censura preventiva dal 1814 al 1826; Dal 1826 alla vigilia delle riforme)
Gli uomini
(I censori; Stato e Chiesa)
I princìpi
(Evitare attriti con altri governi; I fattori strutturali; I fattori culturali; I fattori contingenti; Prime – parziali – conclusioni)
La prassi
(Le possibili attenuanti; Rendere pubblicabile un testo; Censori, stampatori, autori)
La polizia del libro
(Il controllo delle stamperie; Il controllo sui libri introdotti dall’estero; La repressione delle trasgressioni)
Severità o lassismo?
(Una censura efficace?; Una censura severa?)
La stampa periodica. Da elemento secondario a questione cruciale
(L’eredità settecentesca e le sue conseguenze; Periodici e politica; La legge del 6 maggio 1847)
Conclusioni
Appendici
(Profili biografici dei revisori granducali; Allo scrittoio del censore; Elenco dei testi dei quali fu vietata la vendita; La legge sulla stampa del 6 maggio 1847; Istruzioni per l’esecuzione della legge sulla stampa del 6 maggio 1847)
Indice dei nomi.

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