L'analisi di alcuni progetti di ampliamento della Torino del periodo tra la Restaurazione e l'Unità d'Italia consente di individuarne i processi decisionali, i percorsi (spesso tortuosi) attraverso cui i piani prendono forma, gli attori che entrano in gioco, il ruolo e la crescita delle burocrazie, gli scontri tra i poteri urbani.
Una serrata indagine archivistica ha consentito di porre alcune domande su una capitale dell'Ottocento spesso presentata come un tipico esempio di città permeata da una cultura diffusa dell'ordine. Se i discorsi sul controllo appaiono effettivamente piuttosto frequenti, nella Torino dell'Ottocento, lo studio dei conflitti che si svolgono intorno al governo della crescita urbana chiama in causa un più ricco ventaglio di logiche e strategie, e costringe lo storico a misurarsi con la distanza tra il modo in cui una città si costruisce e il modo in cui le sue élites e le sue burocrazie tendono a raccontare il cambiamento.
Filippo De Pieri (Torino, 1968) è titolare di un assegno di ricerca e insegna Storia dell'urbanistica presso il Politecnico di Torino. Le sue ricerche si concentrano prevalentemente sulla storia delle città di Otto e Novecento. Ha pubblicato articoli su riviste come Storia urbana, Modern Italy, Urban History Review/Revue d'histoire urbaine, la Rivista napoleonica, la Revue d'histoire des chemins de fer, il Journal of the Society of Architectural Historians , e in opere collettanee uscite in Gran Bretagna, Germania, Olanda, Stati Uniti. Cura le pagine su città, territorio, infrastrutture su Il Giornale dell'Architettura.