La timidezza, detta anche, al suo grado massimo di manifestazione, fobia sociale, è un tratto caratteriale sempre più epidemico e diffuso, in netta controtendenza rispetto ai correnti valori sociali di brillantezza e estroversione.
Molti sono i sintomi che la caratterizzano: la paura di trovarsi in situazioni sociali e di essere osservati mentre si sta facendo qualcosa di impegnativo, come parlare in pubblico, sostenere un esame, esprimere una competenza professionale; ma anche di innocuo, come argomentare in un gruppo di amici o anche con una singola persona. In essenza, nella fobia sociale siamo preoccupati di apparire confusi e imbarazzati e allo stesso tempo insidiati dalla possibilità di una perdita di controllo tale da rivelare la nostra "verità" nascosta, quella d'essere individui negativi: cioè ansiosi, inetti, stupidi e dunque deboli o magari anche strani, bizzarri, pazzi, disonesti, anormali... È come se la pressione sociale implicasse il terrore del giudizio e allo stesso tempo l'impulso incontrollato allo svelamento di aspetti della nostra identità tenuti altrimenti celati non solo agli altri ma anche a noi stessi.
In questo libro, Nicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore, dà della timidezza e della fobia sociale la descrizione più viva e profonda che ne sia stata data negli ultimi anni; e mostra in che modo essa possa essere capita, gestita e, dove sia il caso, superata.
Nicola Ghezzani vive e lavora a Roma. È membro del comitato scientifico della LIDAP (Lega Italiana contro i Disturbi d'ansia, di Agorafobia e da attacchi di Panico) e fondatore dell'ASIP (Associazione per lo Studio delle Iperdotazioni psichiche e delle Psicopatologie correlate). Con FrancoAngeli ha pubblicato
Uscire dal panico (2000),
Volersi male (2002),
Autoterapia (2005),
Quando l'amore è una schiavitù (2006),
La logica dell'ansia (2008). Scrive e risponde sul sito
Psicoterapia dialettica all'indirizzo www.psyche.altervista.org.