@article{42956,
year={2011},
issn={1972-5760},
journal={SOCIOLOGIA DEL DIRITTO },
number={1},
volume={XXXVIII},
doi={10.3280/SD2011-001001},
title={L’ingresso della donna nelle professioni legali},
abstract={La generosità maschile sull’ingresso delle donne nel mondo del diritto è sempre stata assai rara: la donna diviene sui iuris soltanto con l’abolizione della tutela maritale, in Italia nel 1919, e con una applicazione molto limitata delle nuove regole. È questo il discrimen tra lo status giuridico della donna come persona, come membro della famiglia, come componente della società, e della donna come esercente la professione forense. Per le altre professioni, il notariato e la magistratura, così come per la rappresentanza politica, occorrerà attendere altri decenni, non solo perché l’ingresso nel mondo del diritto era ancora circondato da ostilità, opposizioni, ritardi culturali e meschine limitazioni, ma anche perché esercitare le funzioni notarili o le funzioni magistratuali significava svolgere un ruolo di natura pubblicistica; e le cariche che implicavano una funzione pubblica o l’esercizio di un pubblico servizio si addicevano solo agli uomini. E alle soglie del nuovo codice civile Anna Maria Mozzoni, una delle grandi icone della battaglia per la parità dei diritti, con il suo saggio del 1864, La liberazione della donna, tenta, con una accurata analisi della posizione della donna nell’opinione pubblica, nella religione, nella famiglia, nella società e nella scienza, di costruire le basi per una riforma delle regole di diritto privato che ne migliori la posizione e ne garantisca l’emancipazione.}
url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=42956},
author={Guido Alpa}
pages={7-25},
language={IT}}