@article{46063, year={2012}, issn={1972-4853}, journal={MONDO CONTEMPORANEO}, number={1}, volume={}, doi={10.3280/MON2012-001004}, title={Le colonie italiane nel secondo dopoguerra: il Partito repubblicano e la questione somala (1948-1950)}, abstract={Il saggio intende ricostruire una tra le pagine più complesse della politica coloniale italiana: la questione somala dai tragici fatti di Mogadiscio dell’11 gennaio 1948 al ritorno italiano in Somalia del 1950. La stampa nazionale fu concorde nel ritenere indirettamente responsabili dell’eccidio i funzionari britannici in Somalia, incapaci di tutelare e proteggere la comunità italiana presente sul territorio. Il Partito repubblicano, impegnato in una difficile e complessa riorganizzazione interna, evitò di prendere nell’immediato una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, il repubblicano Carlo Sforza, intervenendo a Napoli al XX congresso del partito, in cui l’orientamento prevalente fu quello di continuare a sostenere l’esecutivo e le politiche democristiane, escluse la responsabilità del governo britannico nella strage. All’interno del partito, tuttavia, si stavano delineando delle frizioni, del resto sempre presenti, ma mai così ben avvertite: mentre la maggioranza era vicina alla posizione di Sforza di favorire il ritorno degli italiani negli antichi territori somali al fine di stimolare la collaborazione tra Europa ed Africa e salvare l’onore nazionale, una piccola minoranza, composta tra gli altri da Giovanni Conti e Giulio Andrea Belloni, richiamandosi agli antichi ideali del Partito repubblicano, era contraria a tale ritorno. La posizione "colonialista" risultò vincitrice, anche per l’emergere di una nuova classe dirigente, destinata a modificare, non senza contraccolpi, gli orientamenti del partito stesso.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=46063}, author={Silvio Berardi} pages={91-118}, language={IT}}