I professionisti della mediazione familiare e il trattamento del conflitto coniugale

Titolo Rivista SOCIOLOGIA DEL DIRITTO
Autori/Curatori Isabella Quadrelli
Anno di pubblicazione 2004 Fascicolo 2003/2 Lingua Italiano
Numero pagine 29 P. Dimensione file 168 KB
DOI
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

Questo articolo cerca di esplorare le conseguenze della diffusione dei metodi alternativi di soluzione dei conflitti sul trattamento giuridico del conflitto familiare in caso di separazione o divorzio. In particolare, l’analisi si riferisce al caso dei mediatori familiari e ai modi in cui, attraverso il processo di istituzionalizzazione della loro professione, contribuiscono a ridefinire il conflitto coniugale e le modalità del suo trattamento. Attraverso dati di ricerca, vengono illustrati il processo di professionalizzazione dei mediatori familiari italiani e gli aspetti cognitivi e normativi del loro discorso professionale. Il contributo principale della mediazione familiare alla ridefinizione del conflitto coniugale consiste nell’attribuire rilevanza alle relazioni tra i membri della famiglia ed in primo luogo ai legami di dipendenza e alle responsabilità che caratterizzano i rapporti tra genitori e figli. Il mandato professionale dei mediatori familiari è infatti quello di promuovere l’accordo tra le parti e, in ultima istanza, un progetto di genitorialità condivisa. Ciò consente, da un lato, di prestare attenzione agli aspetti quotidiani delle relazioni tra genitori e figli ai fini della definizione degli accordi e contribuisce a definire un soggetto giuridico calato in un contesto di relazioni concrete, dall’altro, però, l’accordo viene giustificato sulla negazione della possibilità di interessi contrapposti tra i componenti della famiglia. La famiglia viene presentata come una comunità idealizzata e non vengono articolati i rapporti di potere e le disuguaglianze fondate sul genere e sull’età, lasciando così spazio ad una possibile “ritradizionalizzazione” dei rapporti all’interno della famiglia.;

Isabella Quadrelli, I professionisti della mediazione familiare e il trattamento del conflitto coniugale in "SOCIOLOGIA DEL DIRITTO " 2/2003, pp , DOI: