La valenza istituzionale della discrezionalità organizzativa. Il caso della regolazione dell’accesso ai servizi socio-assistenziali

Titolo Rivista STUDI ORGANIZZATIVI
Autori/Curatori Paolo Rossi
Anno di pubblicazione 2013 Fascicolo 2013/1 Lingua Italiano
Numero pagine 26 P. 87-112 Dimensione file 524 KB
DOI 10.3280/SO2013-001004
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

L’articolo propone una discussione delle implicazioni istituzionali della discrezionalità organizzativa. Questo tema ha da sempre interessato sia gli studi empirici che le teorie più prescrittive di progettazione organizzativa. La discrezionalità è una variabile che differenzia sia l’azione complessiva di un’organizzazione, sia i comportamenti individuali dei suoi membri. Essa non rappresenta un limite o una criticità delle strutture organizzative, bensì una dimensione intrinseca del funzionamento delle organizzazioni. Sulla base di questi presupposti, l’articolo esamina i risvolti della discrezionalità organizzativa nel campo dei servizi di assistenza sociale. Questo è un settore molto proficuo per la riflessione sulla discrezionalità organizzativa, poiché l’architettura istituzionale che governa l’azione delle varie organizzazioni che erogano servizi e prestazioni assistenziali prevede un ampio spazio di autonomia per gli enti locali (in particolare i Comuni) deputati al coordinamento territoriale degli interventi. Questa prerogativa è assai rilevante nella regolazione dell’accesso dei cittadini ai servizi socio-assistenziali. La discrezionalità organizzativa dei Comuni comporta una serie di importanti ricadute per la valenza istituzionale della loro azione: è attraverso un insieme di scelte e pratiche organizzative, situate e contestuali, che prende forma e significato il loro mandato istituzionale. L’articolo presenta i risultati di una ricerca che si è sviluppata attraverso la realizzazione di tre studi di caso in altrettanti Comuni, nei quali è stato studiato il processo di regolazione dell’accesso dei cittadini ai servizi socio-assistenziali. Il focus degli studi di caso è il servizio di segretariato sociale, che rappresenta il servizio che i Comuni offrono ai cittadini per informarli sui servizi disponibili e le rispettive modalità d’accesso, nonché per selezionare le loro richieste. I risultati evidenziano come l’organizzazione del segretariato sociale sia condizionata da un insieme di scelte discrezionali, che differenziano sia la configurazione operativa del servizio, che le opportunità di accesso alle prestazioni assistenziali. L’analisi dei fattori che alimentano questa differenziazione evidenzia l’incidenza di una serie di dimensioni contestuali, relative sia alla storia e alla cultura organizzativa dell’ente, sia alla dinamicità dei rapporti con alcune categorie di stakeholder (utenti e organismi politici). La discrezionalità organizzativa alimenta quindi diverse logiche organizzative ed istituzionali: in un caso, la promozione dell’offerta e delle opportunità di accesso; nel secondo, il governo della domanda e la focalizzazione sulle richieste più gravi ed urgenti; nel terzo, un percorso di razionalizzazione e riqualificazione professionale e organizzativa del processo di regolazione dell’accesso ai servizi socio-assistenziali.;

Keywords:Discrezionalità organizzativa, accesso ai servizi, segretariato sociale.

  1. Abrahamson, E. (1996), “Management Fashion”, Academy of Management Review, 21(1), 254-285.
  2. Allegri, E., Palmieri, P., Zucca, F. (2006), Il colloquio nel servizio sociale, Roma, Carocci.
  3. Alvesson, M. (1990), “Organization: From Substance to Image?”, Organization Studies, vol. 11, 373-394.
  4. Anfossi, L. (1995), “Il segretariato sociale nella realtà attuale”, Servizi sociali, vol. 2, 22-30.
  5. Anfossi, L. (2005), “Segretariato sociale”, in Dal Pra Ponticelli M. (a cura di), Dizionario di servizio sociale, Roma, Carocci.
  6. Ascoli, U., Ranci, C. (a cura di) (2003), Il welfare mix in Europa, Roma, Carocci.
  7. Bergmark, Å., Minas, R. (2011), “Actors and Governance Arrangements in the Field of Social Assistance”, in Kazepov Y. (a cura di), Rescaling Social Policies: Towards Multilevel Governance in Europe (pp. 241-273), Farnham, Ashgate.
  8. Binder, A. (2007), “For Love and Money: Organizations’ Creative Responses to Multiple Environmental Logics”, Theory and Society, Vol. 36, No. 6, 547-571.
  9. Bjerregaard, T. (2011), “Institutional change at the frontlines. A comparative ethnography of divergent responses to institutional demands”, Qualitative Research in Organizations and Management: An International Journal, Vol. 6, No. 1, 26-45.
  10. Bobbio, L. (2005), “Governance multilivello e democrazia”, La Rivista delle Politiche Sociali, n. 2(51-62).
  11. Brodkin, E.Z., Majmundar, M. (2010), “Administrative Exclusion: Organizations and the Hidden Costs of Welfare Claiming”, of Public Administration Research and Theory, 20 (4), 827-848. Brodkin, E.Z. (2011), “Policy Work: Street-Level Organizations Under New Managerialism”, Journal of Public Administration Research and Theory, 21 (suppl 2), 253-277.
  12. Bruni, A., Fasol R., Gherardi, S. (2007), L’accesso ai servizi sanitari. Traiettorie, differenze, disuguaglianze, Roma, Carocci.
  13. Campanini, A. (2002), L’intervento sistemico. Un modello operativo per il servizio sociale, Roma, Carocci.
  14. Centemeri, L., de Leonardis, O., Monteleone, R. (2006), “Amministrazioni pubbliche e Terzo Settore nel welfare locale. La territorializzazione delle politiche sociali tra delega e cogestione”, Studi Organizzativi, n° 6, 145-169.
  15. Child, J. (1972), “Organization structure, environment and performance: The role of strategic choice”, Sociology, 6, 1-22.
  16. Costa, G. (a cura di) (2009), La solidarietà frammentata. Le leggi regionali sul welfare a confronto, Milano, Bruno Mondadori.
  17. Costa, G. (2009), “Quale giustizia in un welfare frammentato? Tra ricerca di uguaglianza e attenzione al territorio”, in Costa G. (a cura di), La solidarietà frammentata. Le leggi regionali sul welfare a confronto, Milano, Bruno Mondadori.
  18. Crozier, M. (1963), Le phénoméne bureaucratique, Paris, Editions du Seuil (trad. it. Il fenomeno burocratico, Etas Kompass, Milano 1969).
  19. Czarniawska, B. (1997), Narrating the Organization. Dramas of Institutional Identity, Chicago, The University of Chicago Press (trad.it. Narrare l’organizzazione. La costruzione dell’identità istituzionale, Edizioni di Comunità, Torino 2000).
  20. DiMaggio, P.J., Powell, W.W. (1983), “The Iron Cage Revisited: Institutional Isomorphism and Collective Rationality in Organizational Fields”, American Sociological Review, 48, 147-160.
  21. DiMaggio, P.J. (1988), “Interest and agency in institutional theory”, in Zucker, L.G. (a cura di), Institutional patterns and organizations: Culture and environment, Cambridge, Ballinger.
  22. Dubois, V. (2010), The Bureacrat and the Poor. Encounter in French Welfare Offices, Farnham, Ashgate.
  23. Dworkin, R. (1977), Taking Rights Seriously, Cambridge, Harvard University Press.
  24. Ellis, K. (2011), “‘Street-level Bureacracy’ Revisited: The Changing Face of Frontline Discretion in Adult Social Care in England”, Social Policy and Administration, Vol. 45, No. 3, 221-244.
  25. Evans, T., Harris, J. (2004), “Street-Level Bureaucracy, Social Work and the (Exaggerated) Death of Discretion”, British Journal of Social Work, Vol. 34, No. 6, 871-895.
  26. Ferrario, P. (2001), Politica dei servizi sociali. Strutture, trasformazioni, legislazione, Roma, Carocci.
  27. Ferrera, M. (2006), Le politiche sociali, L’Italia in prospettiva comparata, Bologna, il Mulino.
  28. Ferrera, M. (2008), “Dal welfare state alle welfare regions: la riconfigurazione spaziale della protezione sociale in Europa”, La Rivista delle Politiche Sociali, n° 3.
  29. Franzoni, F., Anconelli, M. (2003), La rete dei servizi alla persona. Dalla normativa all’organizzazione, Roma, Carocci.
  30. Gobo, G. (2001), Descrivere il mondo. Teoria e pratica del metodo etnografico in sociologia, Roma, Carocci.
  31. Goodrick, E., Salancik, G.R. (1996), “Organizational Discretion in Responding to Institutional Practices: Hospitals and Cesarean Births”, Administrative Science Quarterly, Vol. 41, No. 1, 1-28. Goodrick, E., Salancik, G.R. (1996), “Organizational Discretion in Responding to Institutional Practices: Hospitals and Cesarean Births”, Administrative Science Quarterly, Vol. 41, No. 1, 1-28.
  32. Goodstein, J.D. (1994), “Institutional pressures and strategic responsiveness: Employer involvement in work-family issues”, Academy of Management Journal, 37, 350-382.
  33. Gori, C. (2004), “I livelli essenziali”, in Gori C. (a cura di), La riforma dei servizi sociali in Italia, Roma, Carocci.
  34. Gouldner, A. (1954), Patterns of Industrial Bureaucracy, New York, The Free Press (trad.it. Modelli di burocrazia aziendale, Milano, Etas Kompass, 1970).
  35. Gualdani, A. (2009), “Tutela e obblighi delle istituzioni: perché i diritti siano esigibili”, in Costa G. (a cura di), La solidarietà frammentata. Le leggi regionali sul welfare a confronto, Milano, Bruno Mondadori.
  36. Hallett, T., Ventresca, M.J. (2006), “Inhabited institutions: social interactions and organizational forms in Gouldner’s patterns of industrial bureaucracy”, Theory and Society, Vol. 35, N. 2, 213-236.
  37. Kazepov Y. (a cura di) (2009), La dimensione territoriale delle politiche sociali in Italia, Roma, Carocci.
  38. Kazepov, Y. (a cura di) (2011), Rescaling Social Policies: Towards Multilevel Governance in Europe, Farnham, Ashgate.
  39. Lammers, J.C., Barbour, J.B. (2006), “An Institutional Theory of Organizational Communication”, Communication Theory, (16), 356-377.
  40. Lincoln, Y.S., Guba, E.G. (1985), Naturalistic Inquiry, Newbury Park, Sage.
  41. Lippi, A. (2007), “Il segretariato sociale nei servizi in Italia”, in Fabbri, V., Lippi, A. (a cura di), Il segretariato sociale. Storia e modelli organizzativi (pp. 17-36), Roma, Carocci.
  42. Lipsky, M. (1980), Street-level Bureaucracy. Dilemmas of the Individual in Public Services., New York, Russell Sage Foundation.
  43. Marano, A. (2011), “I tagli all’assistenza in Italia. Motivazioni e conseguenze”, La Rivista delle Politiche Sociali, n. 2.
  44. Martelli, A. (2007), “Verso una nuova governance locale delle politiche sociali?”, Autonomie Locali e Servizi Sociali, n. 1, 97-108.
  45. May, P.J., Winter, S.C. (2007), “Politicians, Managers, and Street-Level Bureaucrats: Influences on Policy Implementation”, Journal of Public Administration Research and Theory, 19, 453-476.
  46. Meyer, J.W., Rowan, B. (1977), “Institutionalized Organizations: Formal Structures as Myth and Ceremony”, American Journal of Sociology, 83/2, 340-363 (trad. it. “Le organizzazioni istituzionalizzate: la struttura formale come mito e cerimonia”, in
  47. Gagliardi P. (a cura di), Le imprese come culture, Torino, ISEDI, 1986).
  48. Minas, R., Øverbye, E. (2010), “The Territorial Organisation of Social Assistance Schemes in Europe”, in Kazepov Y. (a cura di), Rescaling Social Policies: Towards Multilevel Governance in Europe, Farnham, Ashgate.
  49. Mintzberg, H. (1983), Structure in Fives. Designing Effective Organizations, Englewood Cliffs, Prentice-Hall (trad.it. La progettazione dell’organizzazione aziendale, il Mulino, Bologna 1996).
  50. Normann, R. (1984), La gestione strategica dei servizi, Milano, Etas Libri.
  51. Oliver, C. (1991), “Strategic Responses to Institutional Processes”, Academy of Management Review, vol. 16, no. 1, 145-179. Previdi, C., Rossi, P. (2011), “Il segretariato sociale tra organizzazione e professione”, in Carabelli G., Facchini C. (a cura di), Il modello lombardo di welfare. Continuità, riassestamenti, prospettive, Milano, FrancoAngeli.
  52. Prior, D., Barnes, M. (2011), “Subverting Social Policy on the Front Line: Agencies of Resistance in the Delivery of Services”, Social Policy and Administration, Vol. 45, No. 3, 264-279.
  53. Pugh, D., Hickson, D.J., Hinings, C.R., Turner, C. (1968), “Dimensions of organization structure”, Administrative Science Quarterly, 13, 65-105.
  54. Ranson, S., Hinings, B., Greenwood, R. (1980), “The Structuring of Organizational Structures”, Administrative Science Quarterly, Vol. 25, No. 1, 1-17.
  55. Reibling, N., e Wendt C. (2012), “Gatekeeping and provider choice in OECD healthcare systems”, Current Sociology, 60(4), 489–505.
  56. Rosenthal, P. e Peccei, R. (2006), “The social construction of clients by service agents in reformed welfare administration”, Human Relations, vol. 59 (12), 1633-1658.
  57. Rossi, P. (2012), Il segretariato sociale e l’accesso ai servizi socio-assistenziali. Assetti istituzionali, logiche organizzative e pratiche professionali, Milano, FrancoAngeli.
  58. Rummery, K., e Glendinning, C. (1999), “Negotiating needs, access and gatekeeping: developments in health and community care policies in the UK and the rights of disabled and older citizens”, Critical Social Policy, 19(3), 335-351.
  59. Scott, R.W. (1995), Institutions and Organizations, Thousand Oaks, Sage (trad.it. Istituzioni e organizzazioni, Bologna, il Mulino, 1998).
  60. Scott, P.G. (1997), “Assessing Determinants of Bureacratic Decision: An Experiment in Street-Level Decision Making”, Journal of Public Administration Research and Theory, 1, 35-57.
  61. Stame, N., Lo Presti, V., Ferrazza, D. (a cura di) (2010), Segretariato sociale e riforma di servizi. Percorsi di valutazione, Milano, FrancoAngeli.
  62. Taylor, F.W. (1911), The Principles of Scientific Management, New York, Harper & Brothers (trad.it. L’organizzazione scientifica del lavoro, ETAS, Milano 2004).
  63. Weber, M. (1922), Wirtschaft und Gesellschaft, Tübingen (trad.it. Economia e società, Edizioni di Comunità, Milano 1968).
  64. Yin, R.K. (2003), Case study research: design and methods, Thousand Oaks, Sage.
  65. Zini, M.T., Miodini, S. (1997), Il colloquio d’aiuto. Teoria e pratica nel servizio sociale, Roma, Carocci.

Paolo Rossi, La valenza istituzionale della discrezionalità organizzativa. Il caso della regolazione dell’accesso ai servizi socio-assistenziali in "STUDI ORGANIZZATIVI " 1/2013, pp 87-112, DOI: 10.3280/SO2013-001004