Questo studio si focalizza sulla costruzione simbolica di un’emergenza umanitaria in seguito alle migrazioni dal nord Africa conseguenti ai rivolgimenti nel mondo arabo del 2011 e si prefigge di esaminare le più importanti proprietà del discorso governativo italiano sulla migrazione sotto il governo Berlusconi. Il discorso è analizzato al livello delle procedure legali e amministrative aventi come scopo la gestione efficace dei flussi migratori e misure di controllo ritenute appropriate a fronteggiare la crisi. Il lavoro, attraverso l’analisi di alcuni dei più importanti strumenti retorici che si trovano nel discorso governativo italiano nel periodo analizzato, mira a studiare in maniera critica il processo di stigmatizzazione e confinamento dei migranti, fenomeno di vera e propria esclusione fisica e sociale. Il periodo di analisi va dal 17 dicembre 2010, data di inizio convenzionale della cosiddetta "Rivoluzione dei Gelsomini" in Tunisia, al 12 novembre 2011, data di fine legislatura di Silvio Berlusconi. In parallelo a un’analisi testuale del fenomeno della migrazione come problema di sicurezza nazionale e dei migranti come minaccia sociale, questo studio guarda anche agli effetti socio-politici del discorso, in particolare le pratiche di controllo più stringenti e il rimpatrio forzato in nome della sicurezza. L’analisi si basa su una Critical Discourse Analysis multidisciplinare che contestualizza l’analisi testuale dei discorsi politici nello specifico contesto italiano.
Keywords: Discorso politico, migrazione, Primavera Araba, Critical Discourse Analysis, politica italiana, effetti socio-politici.