Soglie, scene, spazi e artefatti come strumenti di conoscenza dell’organizzazione

Titolo Rivista STUDI ORGANIZZATIVI
Autori/Curatori Barbara Mellini, Sabina Giorgi, Alessandra Talamo
Anno di pubblicazione 2014 Fascicolo 2014/1 Lingua Italiano
Numero pagine 29 P. 97-125 Dimensione file 175 KB
DOI 10.3280/SO2014-001005
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Il presente articolo si pone l’obiettivo di fornire una chiave interpretativa che permetta di comprendere la «traiettoria di accesso al campo» (Bruni, 2006) a una Unità Operativa Complessa (U.O.C) di un ospedale romano. Viene utilizzata la metafora drammaturgica goffmaniana per mostrare come, attraverso i posizionamenti e i significati attribuiti - sul piano dell’azione - dai partecipanti alla ricercatrice durante i diversi atti di accesso al campo, l’organizzazione metta in luce alcuni funzionamenti interni e suggerisca percorsi interpretativi. Ogni atto dell’accesso al campo presentato nell’articolo è giocato su una scena diversa (Goffman, 1959): dall’accesso istituzionale alla negoziazione della presenza con il personale ospedaliero nei reparti; dai tentativi di incorporazione della nuova figura alla costruzione della sua identità attraverso la partecipazione alle pratiche quotidiane, fino all’accettazione della ricercatrice all’interno degli spazi extra-lavorativi. Lungo questo percorso verso il centro delle attività e dei significati della «comunità di pratica» (Wenger, 1988), si vuole evidenziare come la ricercatrice venga variamente identificata nel ruolo che i partecipanti le attribuiscono sulla base delle loro categorie di significazione. L’attenzione verrà posta, di volta in volta, sugli spazi fisici di attraversamento, e sugli artefatti usati dai membri dell’organizzazione, tra cui quelli «di soglia» (Zucchermaglio et al., 2013). Essi costituiscono la componente materica delle scene, oltre che una parte costitutiva delle rappresentazioni costruite dall’organizzazione e dalla ricercatrice nello spazio della loro interazione «faccia a faccia». La riflessione sulle modalità di accesso nel contesto di indagine diventa, in quest’ottica, una prima fondamentale chiave di comprensione e una forma di conoscenza del contesto organizzativo in cui viene condotta l’indagine. Come suggerisce Bruni (2006), l’accesso al campo offre un osservatorio privilegiato in cui identificare - già dalle prime battute - questioni, caratterizzazioni e salienze del contesto. Non solo conta come il ricercatore presenta se stesso e la sua ricerca (Kawulich, 2010), ma altrettanto centrale è ciò che l’istituzione, già nelle prime fasi di contatto, decide di comunicare di sé all’esterno. Come a dire che i contesti e i loro attori danno chiavi di lettura e di interpretazione, orientando il ricercatore verso alcuni specifici ambiti di approfondimento (Padiglione et al., 2007). Nel caso specifico della ricerca qui raccontata, ad essere analizzate e descritte sono proprio quelle espressioni del funzionamento organizzativo che la ricercatrice incontrerà nelle fasi iniziali della ricerca e nel suo personale percorso di costruzione di un posizionamento all’interno del contesto.;

Keywords:Unità Operativa Complessa ospedaliera, accesso al campo, ricerca etnografica, artefatti di soglia, spazi fisici.

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Barbara Mellini, Sabina Giorgi, Alessandra Talamo, Soglie, scene, spazi e artefatti come strumenti di conoscenza dell’organizzazione in "STUDI ORGANIZZATIVI " 1/2014, pp 97-125, DOI: 10.3280/SO2014-001005