Per la maggioranza dei paesi dell’Europa centro-orientale, la dissoluzione del blocco sovietico e la caduta del sistema comunista nel 1989 hanno rappresentato uno spartiacque non solo storico, ma anche storiografico. Senza dubbio è questo il caso della Cecoslovacchia e della Repubblica Ceca, dove per due decenni il regime normalizzatore aveva imposto una visione strettamente ortodossa della vicenda nazionale e dove la riflessione storica era stata costretta negli ambienti del dissenso, dell’opposizione e dell’esilio. Con queste premesse era comprensibile che dopo il 1989 l’opinione pubblica e la comunità scientifica ceca si volgessero con grandi aspettative all’esame del recente passato e avviassero una riflessione sull’appena trascorsa esperienza comunista. Approfittando delle nuove opportunità di ricerca e dell’apertura degli archivi, gli studiosi si sono dedicati innanzitutto ai momenti to pici del 1948, del 1968 e del 1989, ossia all’instaurazione del regime comunista, al tentativo di una sua riforma durante la Primavera di Praga e alla sua crisi finale con la rivoluzione morbida o di velluto. In un contesto in genere dominato dalla storia politica, negli ultimi anni si registrano nuove tendenze: da una parte il revival totalitarista, dall’altra la ricerca di approcci storiografici e metodologici alternativi.
Keywords: 1989, Cecoslovacchia, storiografia ceca, comunismo, teorie del totalitarismo, Primavera di Praga