La storia dei campi di concentramento italiani della Seconda guerra mondiale è stata a lungo rimossa dalla memoria collettiva. E analogo destino toccò alle vicende dei campi coloniali e delle colonie di confino. Questi argomenti - poco congeniali alla narrazione del passato recente che andò affermandosi nell’Italia del dopoguerra - rimasero generalmente avulsi dal sentire comune e dall’interesse della ricerca accademica; ed anche i siti geografici dei campi pagarono il prezzo della rimozione, restando privi di tutela e di riconoscimento. La ricostruzione storica del "sistema concentrazionario" fascista, la sua mappatura e la riappropriazione del suo retaggio da parte della comunità nazionale richiesero tempi lunghi e percorsi laboriosi. Questa ricognizione ragionata non pretende di essere un saggio esaustivo sui campi fascisti, né una rassegna completa degli studi ad essi dedicati. Mira piuttosto a cogliere i nodi di una lunga rimozione; a individuare i passaggi civili e storiografici attraverso cui - tra la metà degli anni Ottanta e la metà del primo decennio del secolo Ventunesimo - la memoria dei campi si aprì gradualmente al sentire comune e al riconoscimento istituzionale.
Keywords: Storiografia sui campi di internamento fascisti, memoria dei campi di concentramento italiani, luoghi della memoria, politica fascista di repressione del dissenso, rimozione crimini di guerra italiani, universo concentrazionario fascista