L’articolo descrive una esperienza di supervisione in una istituzione pubblica. La supervisione è richiesta in una fase di riorganizzazione dell’assistenza domiciliare per pazienti psichiatrici inseriti in appartamenti ed è rivolta ad un ampio gruppo di operatori. La supervisione viene ridefinita come "plurivisione" per sottolineare gli aspetti di collaborazione e scambio; viene effettuata in sessioni di gruppo attraverso lo psicodramma analitico e il collage. Essa consente agli operatori di esprimere i loro sentimenti di inadeguatezza, caratterizzati da un severo super-Io. Nel corso delle sessioni vengono esplorate tre aree: gruppo, spazio e tempo che sono connesse tra loro da una dimensione identificata come "più-una" in quanto fa riferimento al cartel teorizzato da J. Lacan. Il fattore "più-uno" attraversa le tre aree ed è costituito da elementi del vivere e dell’abitare: oggetti e cose. Le cose, a differenza degli oggetti, sono in relazione al perturbante. La buccia di pomodoro (una cosa) appare in una scena di psicodramma; si trova sul pavimento di una cucina e causa la caduta di un operatore ma anche un cambio di prospettiva: in tal modo le emozioni e le rappresentazioni diventano meno persecutorie per l’intero gruppo degli operatori.
Keywords: Plurivisione, psicodramma, collage, oggetti/cose, funzione piùuno, perturbante