Il presente articolo prende in esame il Protocollo n. 16 della CEDU, che consente alle più alte giurisdizioni degli Stati aderenti di richiedere alla Corte di Strasburgo la pronuncia di pareri consultivi su questioni di principio relative all’interpretazione o all’applicazione dei diritti e delle libertà definiti dalla Convenzione e dai suoi protocolli. Al di là del dichiarato valore non vincolante dei pareri (art. 5), questo nuovo strumento potrà rafforzare il ruolo della Corte quale principale artefice di un sistema di tutela dei diritti umani a base essenzialmente giurisprudenziale, laddove ne verranno colte le potenzialità, nella prospettiva di un sempre più intenso dialogo tra i giudici nazionali e la Corte. In quest’ottica, l’Autore svolge anche alcune considerazioni critiche sul parere reso dalla Corte di Giustizia dell’UE nel dicembre 2014 con il quale ha ritenuto non conforme al diritto dell’Unione il progetto di adesione dell’UE alla CEDU