Questo articolo vuole rileggere i temi centrali dell’opera di Sándor Ferenczi, psicoanalista ungherese della prima generazione, amico intimo e stretto collaboratore di Freud, come filtro sensibile della storia di una scienza lunga un secolo. Egli ha portato alla luce la teoria della formazione celata nell’impianto clinico freudiano per evidenziarne, oltre all’enorme portato rivoluzionario, i limiti e le collusioni con i dispositivi educativi dell’epoca. La sua aderenza alla matrice esperienziale del processo di cura gli consentono di disegnare i tratti di una nuova educazione, sganciata dall’impianto morale dell’educazione corrente del suo tempo e vivificata da un sapere relazionale che esalta la forza vitale dell’uomo. Il suo contributo così originale e inedito consente di rileggere la sua opera come una testimonianza viva, capace di interrogare le domande che legano, ancora oggi, le pratiche educative di genitori, educatori ed insegnanti alle loro trame biografiche inconsce.
Keywords: Cura, educazione, inconscio, infanzia, trauma.