Nell’intervista, Luigi Zoja riprende in parte il suo intervento al Convegno COIRAG sulla "Violenza dei/nei legami". In particolare, Zoja si sofferma sul tema del Male, ripercorrendone la storia sotto il profilo psicologico. Tema, il Male, con cui l’uomo si è dovuto confrontare fin dalle origini dell’umanità. Zoja propone la sua lettura laica a partire dalla considerazione che la mente umana è per sua "natura" scissa e ambivalente. Il negativo, difficile da comprendere e tollerare, viene proiettato e attribuito all’Altro che diventa il nemico. In alcuni periodi storici, e quello attuale ne è esempio, si assiste a una radicalizzazione di questo processo a causa di crisi identitarie collettive. Questa esasperazione genera una "cultura paranoica", o meglio una "sub-cultura" difficilissima da arginare perché passa il messaggio che nessuno è al riparo, che tutti siamo sotto attacco. La cultura della paranoia cattura e immobilizza l’individuo nella rete della paura. È una forma pervasiva di controllo della mente che smette così di vivere. Come psicoanalisti, sostiene Zoja, dobbiamo cercare di comprendere innanzitutto che non è possibile illudersi di sconfiggere definitivamente e per sempre il Male. "Non si può costruire positivamente senza la cognizione del fatto che Male è esistito, esiste ed esisterà". È necessario capire profondamente che cosa vuol dire e come agisce, dal punto di vista psichico, la scissione che genera il Male. Non si deve dimenticare che il soggetto diviene pienamente soggetto solo nell’ambito della relazione. Il Male è espressione della fragilità umana e rinforza la cesura di quei collegamenti necessari tra parti intrapsichiche e intrarelazionali.
Keywords: Male, Scissione, Crisi di identità collettiva, Cultura della paranoia.