L’articolo prende spunto dalla ripubblicazione del volume di Guglielmo Ferrero Grandezza e decadenza di Roma per tornare a riflettere su un’opera molto criticata al momento della sua prima pubblicazione ad inizio Novecento. L’articolo analizza come in realtà il lavoro si inserisse perfettamente nel clima culturale a cavallo tra Ottocento e Novecento, mettendo in evidenza come sia a livello interpretativo che metodologico lo studioso italiano fosse pienamente partecipe di tutto un nuovo clima storiografico italiano e internazionale. Nel volume Ferrero delineava un quadro originale dell’antichità, all’interno del quale da un lato si dava risalto alla crisi del metodo positivista e, dall’altro, assumevano il ruolo di protagoniste le province, mentre Augusto veniva letto in discontinuità rispetto a Cesare. L’autore inoltre mette in evidenza come, proprio nel nuovo clima metodologico, Ferrero mostrasse attraverso il prisma della Roma antica i pericoli insiti nella politica di massa e nel diffondersi del potere personale, cercando, di conseguenza, di mettere in guardia l’Europa e l’Italia d’inizio secolo.
Keywords: Guglielmo Ferrero, storiografia, Roma antica, storia d’Italia, Giulio Cesare, Augusto