Straniero-Familare. L’ovvietà del pregiudizio

Titolo Rivista SETTING
Autori/Curatori Silvia Amati Sas
Anno di pubblicazione 2018 Fascicolo 2016/41-42 Lingua Italiano
Numero pagine 14 P. 73-86 Dimensione file 434 KB
DOI 10.3280/SET2016-041002
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L’Autrice, con una vasta produzione sul tema del trans-soggettivo in psicoanalisi e una straordinaria esperienza clinica di psicoterapie con vittime di regimi violenti e persecuzioni e i loro famigliari, affronta qui il problema dello "straniero" ed i principi (ideologici, giuridici, politici) che lo definiscono. Queste tematiche sono "nuovi disagi della civiltà" (Kaës) e ci rimandano ad un nuovo paradigma della psicoanalisi (Puget), ossia ai problemi della vincolarità o dei legami, delle alleanze e dei patti inconsci, relativi all’inevitabile dipendenza e partecipazione soggettiva ai gruppi di appartenenza, e ai pregiudizi legati ad essi. Si può ipotizzare che l’origine del pregiudizio sia nella cosiddetta "angoscia dell’ottavo mese" o "angoscia dello straniero", primo abbozzo osservabile del sentimento di appartenenza al gruppo familiare in relazione a qualcuno "fuori" di esso. Lo "straniero dell’ottavo mese", seme psichico dello sconosciuto e del nuovo.;

Keywords:Stranger, psychoanalysis, prejudice, anxiety, belonging.

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Silvia Amati Sas, Straniero-Familare. L’ovvietà del pregiudizio in "SETTING" 41-42/2016, pp 73-86, DOI: 10.3280/SET2016-041002