Titolo Rivista STUDI JUNGHIANI
Autori/Curatori Simona Massa Ope
Anno di pubblicazione 2020 Fascicolo 2020/52 Lingua Italiano
Numero pagine 16 P. 53-68 Dimensione file 0 KB
DOI 10.3280/jun52-2020oa9665
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L’articolo analizza il fenomeno della violenza relazionale "sottile" nel rapporto uomo-donna, e gli irretimenti derivanti dalla violenza simbolica, sedimentati storicamente nella psiche femminile; tali irretimenti forniscono l’elemento inconscio di collusione che espone la donna a numerose violazioni dell’alterità nel rapporto con l’uomo. A tal fine, l’autrice propone l’interpretazione in chiave simbolica di un noto film del regista W. Allen, Match Point (2005), in cui è rappresentata una situazione di violenza estrema nei confronti di una figura femminile da parte del partner maschile che, a causa del reciproco coinvolgimento sentimentale, sente minacciato il proprio equilibrio narcisistico e la sua scalata sociale. Si prospetta, dunque, un tradimento dell’anima che, come afferma il filosofo francese Lévinas, si manifesta attraverso "il volto dell’altro". Queste storie che sembrano riguardare l’ambito esclusivamente privato dei rapporti tra uomini e donne, in realtà hanno una corrispondenza nell’ambito della vita pubblica degli esseri umani, nella polis, perché ciò che accadenella psiche degli individui, nelle loro relazioni personali, è sempre anche una questione politica.;
Keywords:Rapporto Uomo-donna, maschile-femminile, pubblico-privato, Estia- Atena, Violenza relazionale, violazione dell’alterità
Simona Massa Ope, Amanti di vita, amanti di morte: la violenza relazionale che non finisce sui giornali in "STUDI JUNGHIANI" 52/2020, pp 53-68, DOI: 10.3280/jun52-2020oa9665