LIBRI DI UMBERTO ROMAGNOLI

Paolo Passaniti

La dignità del lavoro

Nel cinquantenario dello Statuto

Il volume offre una riflessione interdisciplinare sulla storicità dello Statuto dei lavoratori, la costruzione normativa più alta del diritto del lavoro novecentesco, attraverso il dialogo tra giuristi del lavoro, storici del diritto e protagonisti della vita sindacale. Dal testo affiora tutta la distanza storica che ci separa dallo Statuto, ma anche la sostanziale tenuta valoriale rispetto alla domanda di dignità del lavoro. Una domanda che attende risposte sulla tutela di un contraente sempre più indebolito dalla precarietà e dunque sulla libertà della persona nel suo complesso.

cod. 541.44

Umberto Romagnoli

Diritto del lavoro e quadro economico: nessi di origine e profili evolutivi

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 140 / 2013

Quando la crisi consiste nell’inasprimento delle ingiustizie sociali che, combattute in passato, si smette di combattere, l’emergenza economica si trasforma in emergenza democratica. L’attacco allo Stato sociale europeo non poteva cominciare che dal diritto del lavoro novecentesco, perché esso è il prodotto più qualificato di una politica che contende all’economia il governo della società. La cultura giuridica del lavoro dovrebbe assumersi la sua parte di responsabilità, interrogarsi sulle sue radici e riscoprire che il riformismo costituzionale non è morto.

Umberto Romagnoli

Il contratto collettivo

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 86 / 2000

Rifacendosi alla storia giuridica del Novecento, l'a. ritiene che tra contratto collettivo e legge si sia ormai realizzata un'unione di fatto che, in perfetta sintonia con la genetica bipolarità del sindacato, permette a quest'ultimo di giocare a scacchi con due Regine. Esso infatti, pur situando in cima ai suoi pensieri l'omologazione alla legge del contratto collettivo, non intende rinunciare all'originarietà del potere normativo esercitato in virtù di una auto-legittimazione sociale più presunta che verificata. Viceversa, se la produzione su base consensuale e a larga scala delle regole del lavoro costituisce una risorsa vitale per il legislatore, la sua prestatualità non comporta tuttavia l'esonero da modelli regolativi coerenti con la trasformazione della rappresentanza sindacale riconducibile allo schema del mandato associativo in una sottospecie della rappresentanza politico-istituzionale di natura pubblicistica. Peraltro, l'a. è dell'avviso che al contratto collettivo non può più corrispondere una, e una sola, disciplina ossia quella edificata nel Novecento per adempiere una funzione social-tipica aderente alle esigenze di uniformità garantita indotte dal sistema economico-produttivo dell'epoca. Oggi, il contratto collettivo appartiene piuttosto alla razza dei mutanti. Pertanto, è necessario ipotizzare un'articolata tipologia di regimi giuridici, tra i quali quello novecentesco appare in declino.

Antonio Lettieri, Umberto Romagnoli

Europa e sindacato

Politica dei redditi e contrattazione

cod. 1046.1