BOOKS BY GIOVANNI LIOTTI

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Massimo Fontana, Salvatore Zito

La patologia borderline in psicoanalisi

Modelli per l'intervento

Principalmente rivolto a psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e operatori della salute mentale che si confrontano con la patologia grave di personalità, sia nel contesto privato sia in quello istituzionale (servizi di salute mentale, centri diurni, comunità educative e terapeutiche, ecc.), il volume è utile anche a tutti coloro che all’interno del proprio percorso formativo desiderano approfondire le proprie conoscenze e competenze in questo campo.

cod. 1246.5

Ruggero Piperno, Raffaella Zani

Abitare l'altro.

La psicoterapia nella prospettiva intersoggettiva

Avvalendosi del contributo di autori appartenenti a scuole di psicoterapia diverse (individuali, familiari, psicodinamiche e cognitive), questo volume offre al lettore una panoramica aggiornata dei cambiamenti in atto nel pensiero psicoterapeutico.

cod. 1250.190

Margherita Spagnuolo Lobb

L'implicito e l'esplicito in psicoterapia.

Atti del Secondo Congresso della psicoterapia italiana

Che cosa rende terapeutica una psicoterapia? Nel 2005 la Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia (FIAP) ha organizzato un congresso in cui più di 20 Associazioni Italiane di psicoterapia si sono riunite a Siracusa per dialogare su questo tema. Sul filo conduttore della crisi della “dicibilità” come cura, questo volume raccoglie i contributi presentati in quel Congresso dai rappresentanti contemporanei della psicoterapia italiana, su temi che vanno dalla formazione alla ricerca, dalla supervisione alla clinica, dalle scoperte delle neuroscienze sulla natura relazionale del cervello alla ridefinizione dei concetti basilari della psicoanalisi.

cod. 1250.95

Antonella Ivaldi, Paola Foggetti

Disturbi di personalità e relazione: giochi polifonici tra le parti

Linee di sviluppo e modelli di intervento

Il libro nasce dall’intento di sottolineare la centralità dell’interazione terapeuta-paziente e gli sviluppi della relazione in alcuni contesti di cura, confrontando esperienze cliniche e modelli teorici diversi. Nel testo si intrecciano relazioni e dibattiti in un adattamento che dovrebbe favorire una lettura in cui teoria, clinica e ricerca possano essere compresi come elementi importanti di un unico processo.

cod. 1250.125

Costruzioni sulla Teoria dell’Attaccamento: II. Intenzionalità, intersoggettività e significato Attachment theory not only illuminates developmental issues and clinical phenomena, such as the formation of attachment ties, separation anxiety and loss, from new perspectives, but has also generated a research program that has confirmed fundamental premises of the theory and enriched and expanded the theory with new empirical findings. This essay is organized in four parts, the first and the second just published in the previous issue (23/2007). In the first part the authors lay out the basic structure of attachment Theory compared with other motivational systems. In the second part they propose a multi-motivational model of human nature to propose a basic taxonomy of human motivation in an evolutionary perspective. In order to develop a comprehensive view of human motivation, the essay answers to two key questions: 1) What are the new characteristics of our species that make us unique? 2) How do these emerging properties modify the basic motivational systems that unite us to other mammals and primates?

Attachment theory not only illuminates developmental issues and clinical phenomena, such as the formation of attachment ties, separation anxiety and loss, from new perspectives, but has also generated a research program that has confirmed fundamental premises of the theory and enriched and expanded the theory with new empirical findings. This essay is organized in four parts, the third and the fourth being to be published in the next issue (24/2007). In the first part the authors lay out the basic structure of attachment Theory compared with other motivational systems. In the second part they propose a multi-motivational model of human nature to propose a basic taxonomy of human motivation in an evolutionary perspective. In order to develop a comprehensive view of human motivation, the essay answers to two key questions: 1) What are the new characteristics of our species that make us unique? 2) How do these emerging properties modify the basic motivational systems that unite us to other mammals and primates?

L’articolo si sofferma sulle notevoli somiglianze fra il concetto di sistema motivazionale interpersonale, formulato dalla psicologia cognitivo-evoluzionista, e quello di archetipo, formulato dalla psicologia analitica: entrambi rimandano a una strutturazione in unità funzionali distinte dell’attività mentale inconscia, diversa dall’inconscio personale, e che fonda la comunicazione fra persone e la comprensione basilare reciproca nell’essere in relazione con l’Altro fin dall’inizio della vita. La compatibilità di entrambi i concetti con la prospettiva dell’intersoggettività emergente nella psicoterapia contemporanea è una caratteristica di ambedue i modelli teorici.

Giovanni de Renzis, Fausto Petrella, Olga Pozzi, Lavinia Barone, Giovanni Liotti

Dibattiti

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2005

L’articolo descrive un recente studio sperimentale sulle interazioni fra influenze genetiche ed ambientali nella determinazione del comportamento sociale. In particolare, la ricerca dimostra come cure materne efficienti siano in grado di correggere, nei macachi rhesus, deficit geneticamente determinati della funzione serotoninergica cerebrale. Tali deficit serotoninergici, geneticamente determinati, sono correlati a disturbi del controllo degli impulsi e alla propensione ad interazioni aggressive. Poiché le relazioni fra influenze genetiche, ricambio cerebrale della serotonina e disturbi del comportamento sono analoghe nella specie umana e negli altri primati, appare legittimo dedurre da questo dato sperimentale che la facilitazione di interazioni ottimali (conseguibile con una terapia relazionale) possa essere, nella prevenzione e nella cura di alcuni disturbi del comportamento a base genetica, un intervento maggiormente efficace rispetto all’uso di farmaci serotoninergici, anche per quanto riguarda il riequilibrio del ricambio cerebrale della serotonina. Vengono anche discusse alcune implicazioni di questo tipo di studi per la progettazione di interventi relazionali i quali, oltre a non contrapporsi concettualmente ad eventuali interventi farmacologici concomitanti, potrebbero essere oggetto di adeguati studi controllati di efficacia.