BOOKS BY IVANA BIANCHI

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Ivana Bianchi, Ugo Savardi

The visual structure of even and odd: perceptual origin of their opposition

DiPAV - QUADERNI

Fascicolo: 2 / 2001

The visual structure of even and odd: perceptual origin of their opposition (di Ivana Bianchi, Ugo Savardi) - ABSTRACT: La ricerca ha studiato il ruolo dei fattori percettivi nella definizione pitagorica di pari e dispari come numeri opposti. Lo scopo era indagare se questa opposizione si basa su precise proprietà visive dei numeri-figura usati dai pitagorici (gli gnomoni). Le 10 coppie di opposti indicate dai Pitagorici e riportate da Aristotele (Metafisica A5, 985b, 22) sono state usate come scale di un differenziale semantico. Alla ricerca hanno partecipato 66 studenti universitari. Tre variabili sono state studiate entro i soggetti: le parole "pari" e "dispari"; matrici di punti rettangolare e quadrata, rappresentazione dei numeri pitagorici quadrati e rettangoli; margini rettangolare e quadrato, rappresentazioni dei due segmenti ortogonali componenti lo gnomone. I risultati dimostrano che la descrizione semantica delle parole "pari" e "dispari", entro le 10 coppie, risulta effettivamente opposta, ma invertita rispetto a quella prevista dai Pitagorici (pari è polarizzato verso i poli positivi, dispari verso quelli negativi), confermando l’influenza di fattori culturali. Quando la descrizione è basata sulle strutture visive, l’opposizione risulta visibile solo nei margini gnomonici e non con le matrici di punti. Si sostiene che questo risultato supporta sperimentalmente l’ipotesi (Zellini, 1996) che l’origine del numero sia nell’idea greca di rapporto inteso come diastema (rapporto tra lunghezze) più che nell’idea di rapporto comelogos (rapporto tra quantità discrete).

Ugo Savardi, Ivana Bianchi

La percezione della forma dei gesti identici e contrari

DiPAV - QUADERNI

Fascicolo: 1 / 2001

La ricerca intende verificare il contributo che può derivare alla comprensione delle risposte prodotte in compiti di imitazione e contrarizzazione da una analisi dei gesti trattati come configurazioni percettive. I due esperimenti hanno coinvolto soggetti di 6-8 anni. I risultati hanno evidenziato, in entrambi i compiti, l’inadeguatezza dell’ipotesi che la forma del gesto sia ancorata esclusivamente allo schema corporeo (egospazio), ipotesi tradizionalmente assunta dalla testistica diagnostica. Si conferma l’ipotesi che la forma dei gesti contenga riferimenti anche allo spazio ambientale (esospazio) e allo spazio definito dalla relazione sperimentatore-soggetto (spazio di relazione). Le ricerche hanno messo in luce che le soluzioni di imitazione prodotte sono determinate dalle differenti gestalt spaziali e hanno offerto un primo contributo all’analisi sperimentale, sin qui non indagata, delle caratteristiche percettive dei gesti contrari.