La tesi sviluppata dalla Arendt con straordinaria lucidità ed incredibile lungimiranza ne Le origini del totalitarismo, secondo cui gli uomini «privati dei diritti umani garantiti dalla cittadinanza si trovarono ad essere senza alcun diritto», mette in luce ciò che ancora oggi possiamo considerare uno dei nodi fondamentali della tutela dei diritti umani in generale e nell’attuale processo di integrazione europea. Il rapporto tra la proclamata universalità dei diritti umani ed il fatto che, storicamente, tali diritti risultano, almeno in parte, tutelati solo per chi è titolare di statuti giuridici ben definiti legati al possesso della cittadinanza nazionale è ancora oggi una questione dibattuta. L’ambiguità del sistema dei diritti umani, con l’equivoco della loro attribuzione, iniziato già a partire dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, porterà la Arendt a riconoscere nell’appartenenza ad una comunità l’unico «diritto ad avere diritti».