Questo scritto prende le mosse dal legame che Freud pone tra il perturbante e il linguaggio. Il linguaggio come perno del registro simbolico costituisce il velo rappresentativo che consente all’ente di manifestarsi non come nuda vita, cosa contingente e inappropriabile, ma sotto forma di rappresentazione e immagine. Tuttavia, la parola può prendere sensi inaspettati che favori-scono il sorgere del perturbante. L’invenzione di un lingua politically correct, nella sua forma ossessiva e fondamentalista, può essere intesa come una forma di trattamento di questo tipo di perturbante. Attraverso delle note cliniche, l’autore propone un interrogativo circa una possibi-le piegatura della psicoanalisi in senso politicamente corretto.