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Come fare ricerca, e pensare, con le immagini? Come usare le immagini per trasformare la comprensione della città e qual è il contributo che il linguaggio visivo può fornire per incrinare il modo di guardare la realtà (urbana), aprire nuove interpretazioni, cambiare il nostro sguardo e la nostra visione delle cose? L’articolo riflette su queste domande ricostruendo criticamente la stretta relazione fra immagini e città e il modo in cui la rappresentazione videofotografica della città dialoga con il cambiamento del modo di pensare, concettualizzare e conoscere l’urbano, per poi discutere se e come produrre fotografie e video nel percorso di ricerca, e quindi studiare lo spazio urbano attraverso la camera e ri-guardare lo spazio urbano fotografato e filmato, sia un modo per affermare e praticare un approccio critico allo studio della città. Presentando alcuni esempi di ricerca in campo urbano che hanno prodotto immagini (fotografie e video), l’articolo si concentra quindi sulle potenzialità del linguaggio visivo nella ricerca urbana con l’obiettivo di esplorare le possibilità di una more-than textual research che, riconoscendo il portato teorico e interpretativo delle immagini, usi le fotografie e i video come dispositivi critici per superare le chiusure, i limiti e le aporie delle visioni mainstream dell’urbano e costruire un dialogo, per tanti versi tutto da immaginare, fra critical visual methodologies e critical urban theory.
Come osservare e interrogare gli spazi costruiti e trasformati dai grandi progetti infrastrutturali? Quali gli attori, le strategie e le scale da tenere sotto osservazione? Quali le relazioni fra il cosiddetto ‘global infrastructure turn’ e le dinamiche di urbanizzazione? Ponendo queste domande l’articolo introduce i testi del servizio che, nel suo insieme, si interroga sulle trasformazioni spaziali connesse al recente sviluppo infrastrutturale lungo il cosiddetto ‘Corridoio Adriatico’, a partire dai porti di Trieste e del Pireo. L’articolo discute la necessità di superare una visione puramente tecnica delle infrastrutture e dei processi che le riguardano, per riconoscerne l’attuale ‘salto di scala’ e vedere dal terreno tali interventi come parte delle nuove forme del fenomeno urbano contemporaneo.
Negli ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia’ in geografia non è certo né scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessità del ‘campo’ della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un’etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessità spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e più radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l’articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilità di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialità.
Istituzioni sociali, politiche, luoghi. 2 Tomi indivisibili
Le crisi di questo inizio secolo hanno messo in evidenza il riacutizzarsi di problematiche sociali e territoriali antiche, che hanno assunto nuovo rilievo nelle città in forte trasformazione per gli effetti della globalizzazione e dei nuovi assetti del mercato del lavoro. Si ripropone così il tema del vivere nelle periferie: il volume permette di esaminare le politiche adottate e da adottare in questi territori e il ruolo che le forze sociali e le reti associative hanno svolto e possono esercitare per individuare risposte adeguate e durature a problemi complessi.
cod. 10616.1
- Le ragioni di una discussione destinata a Gramsci
- Low Geopolitics and ‘realtà effettuale
- Oriente-Occidente nel mondo globale: note intorno agli appunti geopolitici di Gramsci
- Mobile e situato: posizionamenti, processi di urbanizzazione e teorie urbane
- Le ‘città del silenzio’: alcune riflessioni su Gramsci e la geografia urbana
- Foucault e Gramsci a Sant’Elia
- Il metodo di Gramsci: ascesa nazional-populista e nuova questione meridionale in Italia
- Gramsci e la geografia italiana: soltanto una questione di interpretazione?
- Alcune riflessioni sulla "transcalarità"
L’articolo discute i processi di urbanizzazione cinesi a partire dalle new town che si stanno costruendo nel paese. Attraverso la ricostruzione dei processi che danno forma, materiale e simbolica, ai luoghi, le new town sono assunte come cartine di tornasole che assorbono e riverberano le caratteristiche e le contraddizioni dell’urbanizzazione cinese contemporanea, superando l’eccezionalità dei dati demografici. Interrogare le new town diventa così un modo per mettere in discussione ciò che le città sono (e sono diventate), in Cina come altrove.
Il servizio presenta parte degli esiti di una ricerca sulle new town cinesi condotta da un gruppo di architetti, urbanisti, geografi, antropologi, storici del paesaggio e della città tra il 2015 e il 2017. L’indagine si è svolta a partire da tre luoghi: Tongzhou, presso Pechino, Zhaoqing New Area, nel Pearl River Delta, e Zhengdong New District, presso Zhengzhou, in Henan. A partire da questi luoghi, dalle forme e dai modi della loro rapida trasformazione, l’obiettivo è stato quello di aprire una più ampia osservazione sull’urbanizzazione cinese contemporanea e confrontarsi attraverso di essa con la necessità di un ripensamento radicale delle concettualizzazioni, dei progetti, e della stessa epistemologia dell’urbano.
Il saggio configura gli esiti di un’osservazione ‘esterna’ al progetto sul quartiere Crocetta, ed è un’occasione per individuare le difficoltà e le aporie della stagione appena conclusa delle politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana, per discutere gli aspetti su cui proseguire la ricerca e la sperimentazione, ma anche per allargare lo sguardo su alcune questioni più generali dei processi di riqualificazione urbana e delle modalità di praticarli. Il contributo si concentra su tre questioni: il quartiere come luogo di politiche; la ‘atipicità’ del progetto di rigenerazione urbana di Crocetta; il ritorno del problema della casa, con la conseguente necessità di ripensare in maniera attenta il richiamo, spesso solo ostentato ed esornativo, alle virtù del progetto integrato
Riflettendo con Francesco Indovina
Attorno alla figura di Francesco Indovina, al suo percorso culturale, alla sua figura politica, al suo ruolo accademico, alla sua versatilità ruotano annotazioni, dilemmi, osservazioni critiche, biografie che hanno l’intento di stimolare la riflessione sull’analisi economica e sociale del territorio e sulla pianificazione.
cod. 1740.135
Voci di attori deboli
cod. 1387.21
Un confronto internazionale
Per confrontarsi con la complessità del dibattito sullo sviluppo locale, il volume ricostruisce, in una prospettiva comparativa, l’evoluzione delle teorie e delle pratiche di sviluppo locale in diversi contesti nazionali (Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, alcuni paesi dell’Europa Orientale, Senegal, Egitto).
cod. 1387.29
La ricerca in geografia come impegno sociale
cod. 1387.23
Riflessioni e casi studio a confronto
cod. 1387.20
L’interpretazione del rapporto infrastrutture/territorio secondo le logiche, spesso riduttive e deterministiche, degli impatti e/o degli effetti territoriali delle realizzazioni, non considera la possibilità che gli interventi infrastrutturali, pur rispondendo a logiche settoriali e interessi sovralocali, possano innescare processi di sviluppo locale. Per cogliere questo aspetto, è necessario adottare quei modelli interpretativi in cui gli interventi infrastrutturali sono considerati non tanto come opere di tipo puramente tecnico-trasportistico, ma piuttosto come opere territoriali non solo in relazione alla scala geografica che ne giustifica la realizzazione, ma anche in funzione dell’azione strutturante che esse possono svolgere alle scale gerarchicamente inferiori. Un possibile quadro teorico-metodologico di riferimento, presentato e discusso nell’articolo, è quello che interpreta il rapporto infrastrutture/territorio in termini di interconnessione e territorializzazione, considerando così lo specifico valore aggiunto territoriale che deriva dal processo di contestualizzazione degli interventi infrastrutturali.
Secondo Rapporto Annuale dell'Istituto per il Lavoro
cod. 748.11
L'identità territoriale nei processi di sviluppo
cod. 1387.6
cod. 1387.19
cod. 1862.92