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Il lavoro prende origine da un interesse dell’Osservatorio nel conoscere le altre realtà che si occupano di gruppi: con quali teorie e prassi e si muovono, quali sono i loro interrogativi, da dove prendono origine e quanta risonanza c’è tra noi tera-peuti gruppali al di là delle appartenenze. Questo primo scritto sarà seguito da altri che avranno il compito di recensire e conoscere le riviste italiane sui gruppi. Il fine sarà quello di ampliare il panorama del lettore e stimolare nuove linee di pensiero.

L’autrice illustra le origini della Summer School GASI, concepita e realizzata come un evento grazie al quale analisti di gruppo già formati o ancora in training, insieme a partecipanti provenienti da altri ambiti professionali, ma con uno speci-fico interesse per il lavoro gruppale, hanno la possibilità di incontrarsi ed entrare in relazione a un livello profondo e personale. Partecipando alla Scuola estiva della GASI, è possibile vivere un’esperienza gruppoanalitica molto intensa. Le quattro passate edizioni hanno dimostrato che è possibile creare importanti collegamenti tra persone a livello internazionale. La quinta Summer School avrà luogo a Fiume nel luglio 2019.

La quarta edizione della Scuola estiva internazionale GASI si è svolta a Lubia-na nel luglio 2018. Gruppoanalisti già formati e giovani colleghi ancora impegnati nel training si sono ritrovati nella capitale slovena per condividere un’intensa espe-rienza gruppoanalitica. Attraverso il confronto fra partecipanti di età e provenien-ze diverse, è stato possibile riflettere sul significato dell’appartenenza a una parti-colare generazione, e sull’importanza del dialogo intergenerazionale. L’autrice of-fre inoltre un breve excursus sulla storia della Scuola estiva internazionale GASI, a partire dalla prima edizione del 2013, fornendo alcune informazioni sulla prossima edizione dell’evento, che avrà luogo a Fiume nel luglio 2019.

L’articolo affronta i profondi cambiamenti che nella seconda metà del XX se-colo hanno riguardato i costumi sessuali di uomini e donne in seguito alla scoperta e alla diffusione della pillola anticoncezionale, alla approvazione della legge sul divorzio e di quella che ha reso legale l’interruzione volontaria di gravidanza. Le trasformazioni relazionali che ne sono derivate hanno radicalmente modificato l’idea stessa di procreazione. Da oltre trent’anni, infatti, fare sesso non implica più il concepimento e ora, grazie alla procreazione medicalmente assistita, il concepi-mento non implica più necessariamente l’atto sessuale. Le modalità relazionali fra femmine e maschi vengono ripercorse in una sintetica prospettiva storica. Il picco-lo gruppo analiticamente orientato viene proposto come setting elettivo per ritro-vare o trovare per la prima volta la propria identità, di cui quella di genere costitui-sce un aspetto importante. Femminile e maschile sono costrutti relazionali, e quin-di definibili al meglio attraverso quei processi di identificazione e differenziazione intrinseci al divenire gruppale che consentono di superare i ruoli stereotipati appresi in famiglia e nel sociale, rendendo il rapporto donna-uomo autentico e personale. Alcuni esempi clinici chiariscono ulteriormente quanto sostenuto.

Alessandra Simonetto, Donatella Fornelli Tasi, Daniela Gottero, Ilaria Vaschetto

I gruppi di genitori come supporto al processo adottivo

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2018

Le autrici descrivono la conduzione di due gruppi per genitori adottivi. L’esperienza clinica si svolge all’interno del percorso di affiancamento alle fami-glie adottive proposto da una équipe sovrazonale per le adozioni della Regione Piemonte. Vengono descritti due gruppi: il primo relativo al primo anno di inseri-mento dei bambini nella nuova famiglia; il secondo relativo al passaggio adole-scenziale (13-18 anni). Si riportano alcune tematiche specifiche nella costruzione del legame adottivo che trovano confronto, stimolo, supporto e cura all’interno del processo gruppale.

Lo scritto che propongono le due psicoterapeute verte sulle richieste fatte dalle famiglie che si presentano con una domanda di presa in carico per i figli con pre-sunte difficoltà di apprendimento. Domande che, nel modello gruppoanalitica-mente orientato delle autrici, sono lette con una lente più costruzionista. L’intervento, infatti, è pensato per favorire la reintegrazione degli aspetti cogniti-vo-sintomatologici all’interno di una cornice storicizzante e i genitori che si pre-sentano con una aspettativa di potenziamento cognitivo si troveranno invece a esplorare altri pianeti: quello delle relazioni e degli affetti familiari. Il lavoro parte dalla consultazione della coppia genitoriale, con convocazioni mirate dei figli che da attori principali possono diventare degli "acceleratori di processo", favorendo la creazione di uno spazio differenziato. A partire dall’illustrazione di un caso cli-nico, verrà messo in evidenza come sia fondamentale costruire delle "famiglie pro-fessionali" attraverso la co-terapia e l’utilizzo di vari strumenti (psicodramma, di-segno congiunto, genogramma, regolazione assenza/presenza dei figli).

Questo articolo nasce come sintesi del lavoro di riflessione e di ricerca effettua-to durante l’anno 2017 dal Gruppo di studio ASVEGRA "Le dinamiche familiari e le problematiche delle coppie". È stata enucleata una serie di analogie tra il con-cetto di stato nascente di un gruppo terapeutico in privato o in istituzione, lo stato nascente di una famiglia e le cosiddette crisi evolutive nel ciclo vitale familiare, tra il gruppo di lavoro in istituzione, il gruppo-famiglia e la modalità di funzio-namento del nostro stesso gruppo di studio. Il filo conduttore e trasformatore indi-viduato attraverso il lavoro gruppale è quello dei sogni, anche ad occhi aperti, per la ricca valenza intersoggettiva e integrativa di cui, in ogni contesto, sono portato-ri.

Paola Cecchetti, Carmen Tagliaferri

Singolarità della coppia

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2018

Due psicoanaliste psicodrammatiste presentano, con stili narrativi diversi, due "casi" di terapia di coppia diversi, tenuti assieme da un filo che li cuce, li scuce e li ricuce al tempo stesso. Il cuore di ciascuna esperienza è nella relazione rifiutante del bambino (adottato nel primo caso, biologico nel secondo) nei confronti della madre, ma, come naturale, lo scenario si allarga via via a cerchi concentrici, met-tendo in questione la relazione padre-bambino, quella tra madre e padre, i legami trans-generazionali, la natura stessa, nell’analisi delle singole coppie, della Coppia. È questione, secondo l’insegnamento di Lacan, del Soggetto e del Sintomo, mo-strano le due autrici, in un dialogo implicito ed esplicito al tempo stesso. Le espe-rienze si intrecciano, d’altronde, per l’utilizzazione che entrambe fanno dello psi-codramma analitico, non terapia di coppia, ma del soggetto all’interno della cop-pia. È dopo aver percorso un cammino di terapia individuale, infatti, che le due coppie si sono trovate immerse nella diffrazione dello spazio familiare che lo psi-codramma opera.

Paolo Bassetti, Moreno Dezaiacomo, Mara Ferraris, Michela Leoni, Roberto Ponchiroli

Esperienze di gruppalità nel centro di salute mentale. Il Gruppo Familiari

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2018

Il Gruppo Familiari nasce come risposta ai bisogni espressi dai parenti di pa-zienti psichiatrici gravi. Attinge ad assunti delle teorie delle reti sociali e della grup-poanalisi adattati alla realtà del Centro di Salute Mentale di Rovereto. Viene con-dotto da un’équipe di operatori non medici con formazione sul campo e con la su-pervisione di uno psichiatra garante. Persegue la modificazione delle rappresenta-zioni della malattia mentale nei familiari di congiunti con problemi psichici. Fun-ziona come gruppo aperto, in grado di accogliere in qualsiasi momento nuovi membri in itinere. Si rivela un efficace agente di cambiamento.

Roberto Carnevali

Ricordo di Giusy Cuomo

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2018

L’autore, amico di Giusy Cuomo per quasi trent’anni, ne traccia un ritratto vi-vo, intimo e affettuoso, ricordandone la lunga carriera professionale, intrecciata con quella dei maggiori gruppoanalisti della seconda metà del Novecento, e sotto-lineandone l’importante ruolo svolto per lo sviluppo e la diffusione della gruppoa-nalisi in Italia e nel mondo.

Angelo Silvestri

Presentazione del numero

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2018

L’autore, Direttore della Rivista, introduce il tema della famiglia in relazione a quello del gruppo, oggetto in esame del presente fascicolo. Mette in evidenza la necessità di confrontarsi con i nuovi modelli di famiglia, basati su scelte comples-se e non più solo sui legami di sangue come un tempo, che caratterizzavano la fa-miglia tradizionale.

L’epidemiologia dei tumori è da sempre stata analizzata con un’ottica di stratificazione per genere, sia perché alcune sedi molto rilevanti per incidenza e mortalità sono genere specifi-che, come seno, utero, prostata, sia perché l’incidenza per alcune sedi è così differente fra maschi e femmine come ad esempio il polmone per gli uomini, la tiroide per le donne. Questa abitudine alla stratificazione per sesso però non ha favorito un’ottica di genere nella preven-zione e nella cura dei tumori. In molti aspetti della prevenzione e delle cure uomini e donne hanno approcci differenti alla malattia. Gli esiti che la malattia ha sullo stato di salute hanno valori differenti, come nel ca-so dell’impatto delle terapie sulla salute riproduttiva. Infine esistono delle vere e proprie di-seguaglianze di genere con un impatto maggiore sulle risorse economiche, sulle condizioni lavorative e sulla gestione del tempo libero per le donne quando si deve assistere un malato oncologico in una famiglia.

Roberto Volpe

Rischio cardiovascolare: diversità tra uomini e donne

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

Se l’incidenza di eventi vascolari nelle donne, almeno fino ai settantacinque anni, è inferiore rispetto agli uomini, il tasso di mortalità è maggiore: in altre parole, quando le donne vengo-no colpite da infarto acuto, esse presentano una maggiore mortalità rispetto agli uomini. e recidive di infarto sono, poi, più frequenti nelle donne. Pertanto, prevenzione e terapia car-diovascolare vanno migliorate anche (e soprattutto) nelle donne.

Rosa Vona, Alessandra Carè, Elisabetta Straface

La medicina di genere: il contributo della ricerca di base per lo studio delle differenze tra uomini e donne

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

La medicina di genere è stata sottovalutata, la ricerca preclinica e clinica ha privilegiato, in-fatti, soggetti di sesso maschile trasferendo tout court i risultati su soggetti femminili. Non sono stati cioè adottati approcci metodologici genere-appropriati. Negli ultimi anni è aumen-tata la sensibilità rispetto alla medicina genere. La ricerca di base può dare un buon contri-buto all’incremento delle conoscenze della medicina preventiva e curativa secondo il genere.

Gabriella Liberati

Dalla Sindrome di Yentl alla medicina di genere: una sfida per la ricerca scientifica

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

Si potrebbe definire la Medicina di genere come la Scienza che studia l’influenza del sesso nella sua accezione biologica, e del genere nella accezione sociale sulla fisiologia, fisiopato-logia e clinica di tutte le malattie, per costruire terapie mirate sia nell’uomo che nella donna. Su questo terreno, in Italia, soprattutto, scontiamo un notevole ritardo rispetto agli studi con-dotti in altri paesi UE o in America a partire soprattutto dagli anni novanta del secolo scor-so. Per molti anni la medicina di genere è stata considerata come la medicina che si occupa dei problemi di prevenzione e di cura delle patologie femminili classicamente intese (legate alla sfera sessuale e riproduttiva, dalla maternità alla menopausa). Il Comitato Unico di Garanzia del CNR ha cercato di approfondire tale tematica attraverso studi e ricerche scientifiche che tengano in conto ricerche in parte già avviate e altre in corso. L’impegno volto alla divulgazione e conoscenza vuole essere di stimolo per i nostri giovani ricercatori. Inoltre, si ritiene importante declinare le differenze di riflessione sulla materia dal punto di vista epidemiologico, farmacologico, oncologico e cardiologico.

Silvia Formasini, Francesco Miele, Enrico Maria Piras

La digitalizzazione dei processi organizzativi in sanità. Il caso della gestione dei farmaci oncologici

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

Negli ultimi decenni i sistemi sanitari occidentali sono stati al centro di numerosi cambiamen-ti quali, ad esempio, l’aumento delle malattie croniche e della domanda di cura, la diminu-zione delle risorse pubbliche a disposizione del welfare pubblico, l’aumento di importanza delle case farmaceutiche e delle strutture sanitarie private e, infine, il diffondersi delle Infor-mation Communication Technologies (ICT) a supporto dei processi di cura. Il lavoro mostra la procedura tra la pratica sanitaria e l’utilizzo di infrastrutture informati-che esistenti. Ciò ha richiesto una modifica delle pratiche lavorative e implicato nuove com-plesse pratiche sociomateriali e specifici know-how. La sicurezza del sistema, poi, che do-vrebbe essere garantita da protocolli formali standardizzati, è supportata da pratiche infor-mali, dalle esperienze maturate nel luogo di lavoro e dall’organizzazione, che permettono il coordinamento tra attori eterogenei. Lo studio ha inoltre svelato come, nonostante le micro-politiche che l’introduzione del nuovo sistema vorrebbe imporre attraverso il controllo dei superiori sullo staff, la sicurezza del processo venga garantita soprattutto dall’organizzazione del lavoro e dalla mutua supervisione tra le diverse figure professionali.

Anna Rosa Favretto, Francesca Zaltron

Come adeguare la malattia all’esistenza: l’esperienza delle malattie croniche durante l’infanzia

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

L’articolo si colloca nella prospettiva dei Childhood Studies e nella più ampia riflessione in tema di diritti dei minori, tra cui il diritto alla salute. Riporta alcuni esiti della ricerca condot-ta con bambini e i loro caregivers, presentando le due diverse prospettive. Si confrontano le rappresentazioni adulte e infantili riferite alle competenze che i bambini riconoscono a se stessi, e che gli adulti attribuiscono loro. La ricerca si è svolta nel torinese con un campione a scelta ragionata di bambini e bambine di 8 e 12 anni, affetti da diabete di tipo 1 o da asma, i loro genitori e i loro curanti. Si evidenzia come le competenze attraverso cui si struttura il rapporto con la malattia aumen-tano e si consolidano soprattutto in relazione all’esperienza dell’essere malati più che con il crescere dell’età. L’esperienza della malattia cronica diviene una "palestra" per l’espressione dell’agency infantile e per lo strutturarsi di più ampie competenze infantili. Dal confronto emerge che l’esperienza dell’essere malati per i piccoli non ha un significato totalizzante, in grado di stabilizzare lo status di malato/paziente come status dominante. Viceversa, tale esperienza assume un significato dinamico e mutevole a seconda dei contesti e delle necessità della vita quotidiana. Ciò permette a tutti loro di ritenersi soggetti dotati di agency e di mostrare di sapere utilizzare, per affrontare la malattia, sia competenze di natura biomedica, sia competenze di natura relazionale.

Maurizio Marino, Raffaella Rusciani, Giuseppe Costa, Teresa Spadea

Vulnerabilità sociale e cure primarie: il caso dei frequent attenders

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

Utilizzando i dati delle indagini Multiscopo Istat sulla salute e il ricorso ai servizi sanitari degli anni 2005 e 2013, lo studio descrive le caratteristiche dei pazienti che frequentano più assiduamente il medico di famiglia (frequent attenders, FA) e identifica i principali determi-nanti dell’accesso, analizzando le differenze intercorse tra le due rilevazioni. Nel 2005, il 7% risulta essere un FA, contro l’8.1% nel 2013. Il maggior determinante della probabilità di essere un FA è ovviamente lo stato di salute, fisi-ca e mentale, e si conferma la forte associazione con il consumo degli altri servizi sanitari, in particolare farmaci e accertamenti diagnostici. Lo studio evidenzia inoltre l’importanza delle caratteristiche socio-economiche, con un impatto variabile per genere, età ed indicatore so-ciale: tra gli anziani (> 64 anni) emergono soprattutto le condizioni individuali, quali la di-sponibilità di risorse economiche, il titolo di studio e la tipologia familiare; mentre tra i più giovani hanno maggior rilievo le caratteristiche di contesto. Nell’analisi del trend temporale, appare leggermente diminuito tra gli anziani l’impatto dello stato di salute sulla probabilità di essere un FA, cosa che fa presagire un incremento futuro del ruolo dei determinanti sociali.

Luca Giachi, Daniele Babusci

Le politiche regionali verso le disuguaglianze di salute

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2018

All’interno del sistema di welfare, la difficoltà di accesso in ambito sanitario è uno degli indi-catori dell’emergente disuguaglianza presente nel Paese: aumentano le persone che per pro-blemi economici rinunciano a curarsi e vi è una forte spinta verso i servizi sanitari privati in quanto si registra una difficoltà del SSN pubblico di far fronte alla domanda di salute e cura. L’articolo intende analizzare gli strumenti messi in atto dalle Regioni italiane per contrastare la crescente disuguaglianza. Tali strumenti sono evidenziati attraverso lo studio dei singoli Piani Socio-Sanitari, i progetti predisposti dalle Regioni per l’accesso al Fondo Sociale euro-peo e la legislazione regionale. Sono indagati la natura degli interventi, se indirizzati verso l’assistenza sociale, e i servizi sanitari pubblici o integrativi. L’attenzione è inoltre posta verso la prevenzione e la qualità dei servizi offerti. Lo studio pre-vede inoltre un’analisi e un confronto sulla ripartizione economica definita da ogni singola Regione per le diverse missioni del Piano Socio- Sanitario.