Due psicoanaliste psicodrammatiste presentano, con stili narrativi diversi, due "casi" di terapia di coppia diversi, tenuti assieme da un filo che li cuce, li scuce e li ricuce al tempo stesso. Il cuore di ciascuna esperienza è nella relazione rifiutante del bambino (adottato nel primo caso, biologico nel secondo) nei confronti della madre, ma, come naturale, lo scenario si allarga via via a cerchi concentrici, met-tendo in questione la relazione padre-bambino, quella tra madre e padre, i legami trans-generazionali, la natura stessa, nell’analisi delle singole coppie, della Coppia. È questione, secondo l’insegnamento di Lacan, del Soggetto e del Sintomo, mo-strano le due autrici, in un dialogo implicito ed esplicito al tempo stesso. Le espe-rienze si intrecciano, d’altronde, per l’utilizzazione che entrambe fanno dello psi-codramma analitico, non terapia di coppia, ma del soggetto all’interno della cop-pia. È dopo aver percorso un cammino di terapia individuale, infatti, che le due coppie si sono trovate immerse nella diffrazione dello spazio familiare che lo psi-codramma opera.