RISULTATI RICERCA

La ricerca ha estratto dal catalogo 104757 titoli

Highlighting the relevance of a quality-of-life approach, this article reconstructs the transitional phases that characterize the life trajectories of people with complex disabilities.  More specifically, the analysis highlights the challenges that arise with regard to care strategies, which often lack long-term planning and an approach that can coherently and systematically support the delicate transition phases. In this direction, the article moves in the merit of a reflection on the Life Project as a crucial tool to ensure personalized and integrated support, allowing the person and his or her family to define goals and aspirations. Finally, the need to develop operational tools and strategies to effectively support existential transitions is emphasized, using the Quality of Life framework to ensure person-centred interventions.

Fabrizio d'Aniello

The inclusive signification of work experience in the era of the fourth industrial revolution

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

New technologies applied to work (digital, A.I., smart machines, robots) are rapidly revolutionising the way work is produced and organised. This transformation seems to open up new spaces for human initiative, especially within a collaborative dimension (with the machines themselves and intersubjectively). Work pedagogy is called upon to face the challenge of the change taking place, promoting the conditions of educability of human potential and the centrality of the value of the person. This article, in particular, focuses on the opportunity to support the competence to act together, ethically based on mutual recognition, in order to achieve an inclusive and responsible signification of the work experience, capable of satisfying instances of meaning and fulfilment without precluding benefits for companies.

Valentina Grion, Irene Gianeselli

Women’s Empowerment as an Emerging Dynamic in Italy’s Largest Telematic University

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Despite the efforts of Italian universities in recent years, gender equality in higher education remains far from fully realised, with persistent segregating models in several countries. Drawing upon this state of affairs, Mezirow and Marsick’s (1978) Transformative Learning Theory, which initially emerged from the observation of female emancipation through the American College Re-entry Programs between the 1960s and 1970s, provides significant insights into current gender relations within educational contexts. With reference to the theories of Mezirow (2000) and Bateson (2021), this article aims to analyse the role of distance learning in fostering women’s empowerment. Starting with an analysis of student population data from Italy’s largest telematic university, the paper considers how distance learning supports women’s educational fulfilment and identifies emerging “invisible dynamics” that warrant greater attention from the Italian higher education system.

Sandra Chistolini, Bernd Wagner

Historical learning processes of primary school children in museum collections: Results of an Italian-German research project

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Dealing with multiple crises and unavoidable disasters is a current educational challenge because children are affected by environmental and climate change and economic uncertainties in the long term. Crisis-related content is usually addressed in the context of social science education in schools. In Germany, the cross-disciplinary tasks of civic education and education for sustainable development as well as multi-perspectivity in science lessons are relevant (Pech, 2009), while in Italy active citizenship is more stressed (Corradini, 2019). It remains questionable whether institutional teaching contents contribute to overcoming crises, or whether they are rather linked to social reassurance measures that conceal the fact that little is being done to change the causes. This article addresses the fact that actively dealing with crises and unavoidable disasters requires visions for the future. These can be developed in the context of historical factual learning, in which historical change is made tangible. The article presents an empirically based pedagogical approach about how these visions of the future can be developed with children and their interaction with collection objects.

Raffaella Biagioli, Antonella Grilli, Maria Grazia Proli, Fabrizio Rozzi

La dispersione scolastica: un dispositivo pedagogico per la prevenzione del fenomeno

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Il gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (Forlilpsi), a partire dall’A.A. 2021-2022, ha effettuato un monitoraggio aggregato dei dati della dispersione scolastica attraverso open data regionali e nazionali. Dopo questa prima fase della ricerca il gruppo si è indirizzato verso la costruzione di un dispositivo che potesse intercettare le reali necessità degli studenti delle istituzioni scolastiche. Si è trattato di poter attivare un modello di prevenzione della dispersione scolastica che, attraverso specifiche rilevazioni, ha permesso di far emergere in forma anonima le necessità del singolo studente e della classe di riferimento. Il questionario potrà essere somministrato a livello nazionale e potrà costituire il fondamento per la progettazione di interventi mirati e supportare il mentoring e l’orientamento, in linea con il PNRR.

Rosa Vegliante, Alfonso Pellecchia, Sergio Miranda

Cause e soluzioni della dispersione scolastica in Campania: le determinanti delle opinioni di studenti ed insegnanti

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

L’indagine descritta in questo articolo ha l’obiettivo di identificare le cause e le possibili soluzioni della dispersione scolastica in Campania e di stimare i fattori che possano influenzare le opinioni di studenti e insegnanti. Lo strumento utilizzato è un modello econometrico che ben si presta ad elaborare dati di questio-nari e che rappresenta, in base a quanto rilevato, un approccio utile ed efficace anche in ambito educativo. I risultati mostrano che tali opinioni dipendono in maniera statisticamente significativa da fattori quali il genere, l’età, la localiz-zazione della scuola, il titolo di studio dei genitori, le motivazioni per cui si frequenta la scuola, oltre che, nel caso degli insegnanti, dagli anni di insegna-mento e dal ruolo più o meno attivo degli stessi nei confronti del fenomeno. La principale implicazione dello studio è che i programmi di intervento tesi a ri-durre la dispersione scolastica, dovrebbero essere tarati tenendo in debita consi-derazione i fattori di cui sopra, al fine di accogliere al loro interno le aspettative ed il punto di vista degli attori principali del sistema educativo

Valeria Di Martino

Implementation Fidelity as a Multidimensional Construct: Implications for Educational Research and Practice

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Il presente contributo esplora la fedeltà dell’implementazione nella ricerca educativa, evidenziando l’evoluzione del concetto da semplice aderenza a un costrutto multidimensionale. Nel contesto dell’educazione basata su evidenze, la misurazione della fedeltà risulta cruciale per determinare se gli esiti di un inter-vento derivino effettivamente dal programma o da un’implementazione inade-guata. L’analisi affronta la tensione tra fedeltà rigorosa e adattamento conte-stuale, rivelando come concettualizzazioni contemporanee superino questa di-cotomia, riconoscendo che l’adattamento può essere necessario quando preserva i meccanismi centrali dell’intervento. La ricerca empirica suggerisce che livelli moderati di fedeltà possono essere sufficienti per ottenere risultati positivi. Il contributo sottolinea l’importanza di sviluppare interventi con componenti fondamentali chiaramente identificati ma flessibili, promuovendo una compren-sione della fedeltà che bilanci rigore metodologico e sensibilità contestuale

Luca Girotti

La metodologia della ricerca educativa come ambito di sviluppo epistemologico

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

La complessità intrinseca alla definizione della pedagogia come scienza apre molteplici prospettive di approfondimento, fra le quali appare particolarmente interessante per chi scrive quello della riflessione intorno alla metodologia della ricerca educativa. Questa costituisce uno fra i capitoli più ampi e complessi dell’indagine scientifica, che solo in apparenza si mostra nei termini di questione tecnica soprattutto per ricerca educativa. Ciò postula che i ricercatori siano con-sapevoli che conoscenza degli strumenti e riflessioni sui principii sono aspetti da coltivare con pari attenzione in un continuo sforzo di miglioramento delle proprie conoscenze, abilità e competenze nel fare ricerca. Le argomentazioni svolte, prevalentemente a carattere riflessivo, offrono – senza pretese esaustive o intenti egemonici – alcune, poche possibili attenzioni utili affinché la metodo-logia della ricerca educativa possa essere un proficuo ambito di sviluppo episte-mologico.

This paper explores the crucial role of impact evaluation in education, emphasizing the importance of longitudinal data analysis and evidence based policymaking for fostering social mobility, reducing educational inequalities, and enhancing competencies. Inspired by the legacy of Raimond Buyse, the paper argues for a scientific approach to pedagogy that embraces empirical experimental methods while respecting the ethical and axiological dimensions of education. It highlights how impact evaluation can contribute to a pedagogy that is not only theoretically informed but also grounded in robust empirical evidence, capable of addressing the complex educational challenges of contemporary societies.

katia Montalbetti

Rileggere Raymond Buyse oggi. Riflessioni critiche e prospettive

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Nel contributo il pensiero di Raymond Buyse, da molti considerato il padre fondatore della pedagogia sperimentale in Europa, è ricostruito a partire dall’analisi della sua opera più importante, L’expérimentation en pédagogie e delle sue attività scientifiche e didattiche, svolte dentro e fuori l’accademia. L’ipotesi interpretativa è che lo studioso non si sia sottratto al confronto con la sfida del suo tempo riuscendo a legittimare il discorso sui mezzi all’interno del discorso sui fini. A novant’anni dalla pubblicazione alcune sue idee appaiono superate ma la problematizzazione del suo pensiero è ancora in grado di suggerire piste di riflessione utili ad arricchire il dibattito scientifico sulla pedagoga sperimentale, sul suo campo di azione e sul suo rapporto con la scienza pedagogica tout court.

Davide Cartuccia

La prigionia dello schiavo liberato: epistemologia, pedagogia e neoliberismo

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

L’Autore, in primo luogo, espone e descrive il paradigma epistemologico “triadico”, definendone le caratteristiche essenziali e adottandolo come schema critico-interpretativo lungo tutto il corso della trattazione. Pone quindi le basi logiche per l’intendere e interpretare il fatto educativo secondo determinate direzioni epistemiche. Questa iniziale ricognizione risulta fondamentale perché funge da lente interpretativa per l’analisi delle due proposte pedagogiche che la seguono. La prima, ciò che l’Autore chiama “pedagogia neoliberista”, rispecchia il tentativo di definire, a partire da una breve analisi del più ampio contesto economico-politico neoliberale, l’esistenza, seppur latente, di una pedagogia atta a riprodurre valori, prospettive, direzioni nella coscienza dei cittadini. La seconda proposta pedagogica origina, invece, dalla volontà di evidenziare alternative etiche all’educazione disumanizzante neoliberisticamente assecondata, mettendo in risalto concetti come quello di persona e democrazia, cercando di armonizzare e far dialogare prospettive filosofico-pedagogiche tradizionalmente diverse, talvolta opposte. L’autore nomina tale tentativo “pedagogia composita”.

What does it mean to consider urban spaces as educational contexts, and what occurs when streets lose their value as resources for young people? This article explores these questions through a transdisciplinary lens, drawing on insights from the humanities, social sciences, pedagogy, and social education. By conducting a pedagogical and sociological analysis of Franc Roddam’s 1979 movie Quadrophenia, the paper examines the nuanced characteristics and contrasts inherent in adolescence. It also traces the emergence of street education and detached youth work methodologies across Europe. In its concluding section, it considers new directions in social work and youth education within informal settings, reflecting on the challenges of today’s complex, fast-paced, and multicultural society.

Renata Viganò

Ripensare il ruolo della ricerca educativa nei sistemi complessi

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2025

Il contributo esplora l’educazione come sistema complesso sul piano sia epistemico sia sistemico e approfondisce le implicazioni teoriche e metodologiche per la ricerca educativa. Introduce il concetto di sistemi simplex come strutture semplificanti utilizzate dalle comunità agenti – ricercatori, insegnanti, decisori politici – per agire entro la complessità educativa. In tale prospettiva, il testo presenta le tensioni intra- e intercomunitarie che emergono nei processi di innovazione, valutazione e trasferimento della ricerca. Particolare attenzione è dedicata alle differenze tra modelli di causalità, ai limiti della variabilità interindividuale come fonte prevalente di evidenze e alle difficoltà di comunicazione tra comunità di soggetti agenti. In chiusura, propone una riflessione sulla responsabilità epistemologica della ricerca nel costruire strumenti condivisibili, individuando in ciò l’eredità metodologica di Raymond Buyse.

A cura della Redazione

Libri ricevuti

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 188 / 2025

A cura della Redazione

Schede

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 188 / 2025

Maria Antonietta Visceglia

L’amicizia e la ricerca storica. Un profilo di Mario Rosa

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 188 / 2025

Usando come fonte autobiografica l’intervista rilasciata da Mario Rosa a Niccolò Guasti («Società e storia» 2020) e incrociandola alla lettura dell’opera dello storico scomparso (24 dicembre 2022), l’articolo propone una riflessione sulla sua biografia intellettuale in rapporto alle tendenze storiografiche a lui contemporanee e alla storia delle istituzioni di ricerca alle quali collaborò. La Scuola Normale di Pisa e il Dizionario Biografico forgiarono la sua fisionomia di studioso, interessato sia alla storia religiosa cinque-­settecentesca sia alla storia della cultura. Cruciale fu, al suo ingresso nella Università come docente, l’incontro con Pasquale Villani che lo inserì nell’équipe dell’Atlante storico e nella redazione dei «Quaderni storici». Attraverso queste esperienze Mario Rosa si aprì alla storia economico-­sociale e alla cartografia storica. Le istituzioni ecclesiastiche, la curia romana, l’erudizione nella République des Lettres, l’Illuminismo cattolico, il giansenismo ma anche la sensibilità religiosa furono i temi ricorrenti nella sua produzione durante gli ultimi decenni. Per la partecipazione a filoni diversi tra i più vivi del dibattito storiografico Rosa appare una figura significativa e anche originale della storiografia italiana tra la seconda metà del novecento e l’inizio del secondo Millennio.