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In Italia e in altri paesi mediterranei, l’inserimento occupazionale degli immigrati presenta una dicotomia evidente, caratterizzata da un trade-off tra buone opportunità occupazionali e una qualità del lavoro mediamente scarsa. Nonostante il rischio di disoccupazione relativamente basso per i lavoratori stranieri, l’accesso a lavori qualificati o non manuali rimane un ostacolo significativo. Questo fenomeno coesiste con un persistente rifiuto politico e culturale dell’immigrazione, nonostante la presenza degli stranieri nel mercato del lavoro italiano sia funzionale per il sistema economico post-industriale, specialmente in settori non facilmente trasferibili in paesi con costi del lavoro più bassi, come le costruzioni o i servizi alla persona. Questo articolo si propone di descrivere l’integrazione occupazionale dei migranti nel mercato del lavoro italiano, evidenziando le caratteristiche strutturali, le tendenze e gli elementi di eterogeneità del modello italiano di inclusione. Attraverso una revisione dei principali contributi teorici ed empirici sul tema, l’articolo mette in evidenza i nodi cruciali che influenzano il successo occupazionale dei lavoratori stranieri, tra cui la questione dello svantaggio femminile, la sovra-qualificazione dei migranti istruiti e la bassa mobilità occupazionale.

For several decades, European policymakers have been investing substantial efforts in boosting national and individual engagement for lifelong learning (LLL) to drive sustainable growth and to build a more inclusive society. The forecasted longevity of the European population and the potentially extended employment period warrant further research on adult education of the currently aging (migrant) labour population to draw conclusions on their potential for both, increased civic participation and social inclusion beyond their working life. Accordingly, this paper focused on competence building practices of female middle-aged migrant healthworkers, covering thus a range of categories that are highly vulnerable at the labour market and in society. Findings of this qualitative research with 23 Romanian domestic careworkers in Turin suggest that formal and informal adult training may have indeed a substantial impact on social inclusion in the host society.

L’invecchiamento della popolazione immigrata in Italia è un fenomeno crescente, con molti immigrati di prima generazione, giunti negli anni ’80 e ’90, che stanno raggiungendo l’età avanzata. Molti di loro hanno svolto lavori fisicamente impegnativi e spesso irregolari. Le difficoltà di accesso ai servizi sanitari e sociali per gli stranieri sono aggravate da barriere linguistiche e culturali, portando a un maggiore isolamento sociale e a un aumento delle malattie croniche e della disabilità. L’invecchiamento degli immigrati richiede un’attenzione crescente da parte delle politiche di welfare per garantire loro dignità e inclusione sociale.

L’articolo è frutto di una ricerca etnografica su invecchiamento, migrazione e salute, condotta a Torino all’interno di due ambulatori del terzo settore. Il contributo presenta i contesti della ricerca, inquadra il tema dell’invecchiamento della popolazione con background migratorio e riflette sul legame tra transizione demografica e transizione epidemiologica. Attenzione specifica è data alle malattie croniche tipiche dell’età anziana. A partire da casi di uomini e donne che hanno sperimentato casi di sospensione o interruzione delle cure per malattie croniche, si utilizza materiale etnografico per mostrare come le cause di queste interruzioni risiedano spesso in forme di marginalità cronicizzate che vengono definite traiettorie di esclusione. Il materiale getta luce sul fatto che prendersi cura delle malattie croniche della popolazione anziana straniera richiede di integrare sanità pubblica e servizi sociali e di tenere a mente condizionamenti e impedimenti alla cura che non hanno a che fare con il presente, ma sono radicati nella storia di migrazione.

L’invecchiamento della popolazione migrante in Italia è un fenomeno crescente che pone nuove e complesse sfide ai sistemi sociosanitari del Paese. La progressiva crescita di questo gruppo demografico richiede una riflessione profonda sulle politiche di welfare e sui servizi dedicati, affinché si riesca a rispondere in modo adeguato ai bisogni specifici di questi individui, spesso più vulnerabili a causa di differenti condizioni sociali, economiche e culturali. Il contributo riflette sullo stato dell’arte delle politiche europee per la salute dei migranti anziani, per poi concentrarsi su alcuni aspetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che si propone di rafforzare i servizi per gli anziani, promuovendo un welfare di prossimità e incentivando l’autonomia nella terza età. L’obiettivo è comprendere l’importanza di politiche più inclusive, e di strategie partecipative, che riescano a rispondere alle peculiarità dei migranti over-65. Solo attraverso interventi mirati è, infatti, possibile garantire un accesso equo ai servizi sociosanitari e promuovere un invecchiamento sano e attivo, evitando l’emarginazione e favorendo la piena integrazione di questa fascia di popolazione.

Claudio Bolzman, Théogène-Octave Gakuba

Vivre dans la précarité : situations des personnes âgées latino-américaines et africaines sans-papiers en Suisse

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 1 / 2025

Cet article analyse les trajectoires, conditions de vie et dilemmes des Africains et Latino-américains âgés résidant en Suisse sans statut de séjour reconnu au moment où ils s’approchent de l’âge officiel de la retraite. A partir d’une perspective de parcours de vie et des entretiens biographiques avec sept personnes âgées de 58 ans à 65 ans, il fournit des éléments de compréhension des réalités et des logiques d’action de ces personnes. Les auteurs montrent que l’absence de statut légal induit d’autres formes de précarité, limite les marges de manœuvre des personnes concernées et crée une grande incertitude concernant leur avenir. Mots clés : personnes âgées, migrants, Africains, Latino-Américains, sans-papiers, parcours de vie.

Roberta Ricucci, Anna Elia, Giovanni Cellini

Il futuro già qui. Immigrati anziani, una realtà su cui riflettere e progettare

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 1 / 2025

Diventare anziani in emigrazione rappresenta da sempre una sfida per i diretti protagonisti, per i familiari, anch’essi immigrati o rimasti in patria, ma anche per il loro intorno sociale e per il sistema di welfare di riferimento. Il testo esplora il tema, evidenziando come il ruolo e le caratteristiche dell’essere anziano sono un aspetto importante tra quelli definiti dalla cultura di una società, e possono rappresentare un elemento di incontro (o scontro) fra approcci valoriali diversi. Allo stesso tempo questi aspetti hanno una ricaduta assai concreta nelle pratiche di welfare, come pure nella formazione degli stessi operatori sociali e sanitari che interagiscono con migranti o cittadini anziani con background migratorio.

Federico Mazzei

Oltre Malaparte: Silvano Tosi dalla tecnica alla teoria del colpo di Stato

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 187 / 2025

Il saggio ricostruisce e inquadra biograficamente la riflessione politologica di Silvano Tosi sul tema del colpo di Stato, sviluppata nell’omonimo volume del 1951 ma risalente alla tesi di laurea discussa nel 1948 presso la Facoltà di scienze politiche «Cesare Alfieri» di Firenze e, prima ancora, nata dal confronto con la Téchnique du Coup d’État pubblicata nel 1931 da Curzio Malaparte. Da quest’opera il giovane Tosi, culturalmente formatosi nel tramonto del regime fascista, ricavò la nozione di «colpo di Stato» come categoria politica definita da specifiche modalità di conquista del potere. La rielaborazione teorica dedicatela da Tosi, tuttavia, superò l’approccio tecnicistico di Malaparte e rimise a fuoco il rapporto fra la dimensione istituzionale e l’illegalità eversiva. L’integrazione nel mondo accademico e giornalistico della nuova Italia postfascista spinse invece Tosi a convertire la propria teoria del colpo di Stato in quella della difesa dal colpo di Stato e ad abbracciare, in tal senso, la proposta di controllo della «partitocrazia» avanzata da Giuseppe Maranini in vista del contenimento delle forze antisistema democraticamente legittimate.

Messi in ombra da un lato dallo studio delle vicende imprenditoriali e dall’altro dalla storia del lavoro operaio, gli strati intermedi della fabbrica, come li ha definiti Duccio Bigazzi riferendosi fra gli altri a capi, tecnici, ingegneri e progettisti, hanno trovato meno spazio nell’ambito degli studi storici. Prendendo spunto proprio dalla visione integrata e onnicomprensiva degli studi sulla fabbrica e sull’impresa di Bigazzi, in questo articolo si intendono esplorare alcuni spunti relativi all’identità, all’immaginario e allo sguardo peculiare di questa categoria intrecciando riflessioni generali e un caso studio specifico, quello di Mario Croce, ricostruito attraverso gli egodocumenti presenti nel suo archivio privato. Tecnico della siderurgia, a partire dal 1947 tramite la Safau di Udine prima e la Danieli & C. poi ha dato un contributo determinante allo sviluppo della colata continua, importante innovazione nel panorama globale dell’acciaio, dirigendo l’installazione di quasi 110 impianti nel mondo.

Il tema dello straniero nell’ancien régime è stato recentemente oggetto di numerosi contributi, sia di ampio respiro sia focalizzati su casi studio specifici. Malgrado questo interesse suscitato dalla condizione dello straniero, il caso genovese è stato per lo più trascurato dalla storiografia. Tuttavia, in seguito alla carestia del 1590-91, a Genova assunse particolare importanza il gruppo dei fiamminghi che si stabilirono in città, inserendosi nelle reti commerciali e creditizie locali. Nonostante la loro crescente presenza, rafforzata dall’arrivo di agenti delle compagnie di Anversa e Amsterdam, la Repubblica tardò a riconoscere ufficialmente la minoranza fiamminga, anche a causa della tradizionale alleanza con la Spagna. Questo contributo, basato su fonti inedite di diversa natura, esplora l’ascesa dei fiamminghi a Genova, con particolare attenzione ad alcune figure di spicco, che contribuirono a proiettare Genova nei traffici atlantici, fungendo da connessione con network commerciali estesi in tutta Europa.

Sara Paderno

Gli “iudices” a Brescia (XII-XIII secolo)

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 187 / 2025

Anche per la Brescia di età comunale quello delle procedure giudiziarie è un tema abbastanza studiato, specie con riguardo ai provvedimenti di esclusione dalla cittadinanza o alla giustizia signorile nelle campagne. Al contrario, fatto salvo il celebre Albertano da Brescia, non è stato finora sviluppato un discorso organico attorno agli individui che esercitavano una professione giudiziaria in città e nel territorio. Muovendo da tali premesse il saggio intende accertare l’esistenza di un gruppo di “iudices” bresciani tra XII e XIII secolo. La ricerca sarà condotta in due direzioni, ciascuna attraverso una selezione di profili significativi. Anzitutto, saranno analizzate le azioni di coloro che amministravano la giustizia, per poi verificarne la fisionomia sociale. Ne emerge un quadro articolato che da un lato mostra come a Brescia il principale criterio per individuare un gruppo di “iudices” fosse l’esperienza legale acquisita nei tribunali e nel sistema politico del comune; dall’altro lato si rileva come per alcuni di costoro la stessa giustizia pubblica fosse un vettore di mobilità sociale e un canale di accesso all’aristocrazia.

Francesco Chiodelli

Fare ricerca in geografia del diritto: alcune coordinate metodologiche

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

La geografia del diritto ha una certa tendenza a sottovalutare le questioni metodologiche, nonostante essa sia caratterizzata da alcune significative peculiarità in tal senso. È su questo sfondo che il presente saggio fornisce alcune coordinate metodologiche, relative ai soli metodi di ricerca, che possono essere utili a geografi e geografe che ambiscono a esplorare questo campo. Dopo aver identificato i diversi ambiti nei quali la geografia del diritto può essere suddivisa, si presenta una disamina dei diversi metodi di ricerca adeguati a inverstigarli, interpretati come esito di processi sia di adattamento di tecniche di ricerca proprie della geografia umana sia di appropriazione di metodi propri del diritto. La possibilità di variazioni e deviazioni rispetto al quadro tracciato – che non ne mettono tuttavia in discussione la validità complessiva – è illustrata tramite un breve affondo relativo alla ricerca geografico-legale che riguarda fenomeni illegali.

Marco Picone

La città delle rose. Dinamiche della turistificazione palermitana

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

Prima del Covid-19, il dibattito sui flussi turistici oscillava tra le denunce legate alla touristification e il tentativo di governare l’overtourism con strumenti non sempre efficaci. Dopo la pandemia, la questione si è incentrata sulle ricadute concrete che il turismo comporta per la vita dei e delle residenti. Questo testo prende in considerazione i cambiamenti provocati dal turismo nel centro storico di Palermo, discutendo le politiche urbane neoliberiste che hanno orientato le più recenti scelte dell’amministrazione comunale. Attraverso interviste semi-strutturate a testimoni privilegiati, discourse analysis e critical visual analysis, il testo evidenzia anche le contraddizioni nei discorsi di chi contesta la touristification, di chi governa la città e di chi la rappresenta, con l’obiettivo di riflettere in chiave teorica sulle forme di touristification nel Sud Europa e sulle prospettive di sviluppo del caso palermitano.

Lucia Ferrone, Federico Martellozzo, Filippo Randelli

La persistenza della povertà monetaria e della deprivazione multidimensionale fra i bambini in Tanzania

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

Lo studio della povertà minorile deve comprendere anche forme di deprivazione rispetto a bisogni e diritti fondamentali, che spesso prescindono dal reddito familiare. Questo studio si propone di approfondire l’evoluzione e la persistenza sia della povertà monetaria che della deprivazione multidimensionale tra i minori in Tanzania, utilizzando dati longitudinali raccolti in un primo periodo nel 2008/09 e in un secondo nel 2012/13. I risultati mostrano che il grado di persistenza è diverso, e che la povertà monetaria risulta più persistente della deprivazione multidimensionale. In entrambi i casi il ruolo di variabili strutturali risulta rilevante. Infine, persistono sostanziali differenze regionali all’interno del paese, sia in termini di livello che di cambiamento, in entrambi i fenomeni.

Maria do Socorro Ferreira de Silva, Elisa Magnani, Fernando Luiz Araújo Sobrinho

La difficile conservazione delle risorse naturali nelle aree protette del Brasile. Il caso del Parco Nazionale di Brasilia

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

L’articolo discute del processo di istituzione e gestione del Parco Nazionale di Brasilia, evidenziando le criticità legate alla relazione tra l’area protetta e le attività antropiche presenti nel suo intorno (e all’interno). Il testo introduce gli aspetti normativi del contesto brasiliano e si sviluppa facendo riferimento ad un corpus nazionale e internazionale di riferimenti bibliografici sulla conservazione ambientale. Il cuore del saggio presenta e discute i risultati di una ricerca sul campo, che consente di evidenziare potenzialità e limiti legati agli usi delle risorse naturali locali, in particolare per quanto riguarda la conservazione delle fonti idrologiche del territorio, fondamentali per le comunità e le attività economiche dell’area di Brasilia.

Laura Lo Presti

Klaus Dodds: ai confini della geopolitica

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

In questo articolo-intervista, l’autrice dialoga con Klaus Dodds, eminente studioso di geopolitica critica, esplorando i suoi principali ambiti di ricerca: la geopolitica popolare, l’Artico e la geopolitica non-umana. Il confronto mette in evidenza le tensioni tra la tradizione della geopolitica classica e gli approcci critici, interrogandosi su come l’analisi dei discorsi e delle rappresentazioni possa convivere con le istanze del realismo e della geografia fisica. L’approccio di Dodds affronta non solo i conflitti territoriali attuali, come quello tra Israele e Gaza, ma anche le modalità con cui l’umanità interagisce con il pianeta, sottolineando come i dibattiti sulle divisioni territoriali rischino di oscurare le crisi ecologiche che coinvolgono tutte le forme di vita e, di conseguenza, la geopolitica stessa. Questa prospettiva più ampia propone una geopolitica più (che) umana, capace di integrare le dimensioni materiali e immateriali, entrambe fondamentali nel plasmare le dinamiche globali.

Pubblicato da Einaudi, La città autistica si presenta subito come un'opera innovativa. Il libro affronta un tema quasi del tutto inesplorato in geografia - le pratiche urbane delle persone neurodivergenti - colmando una lacuna significativa, ampliando il dibattito sulla diversità dei modi in cui gli spazi urbani sono percepiti e vissuti, e mettendo in luce quanto le nostre soggettività siano esposte in modo differenziato e spesso diseguale alle norme e ai dispositivi impliciti che regolano la vita quotidiana. Il libro mostra anche come la geografia possa offrire potenti strumenti analitici per indagare fenomeni di grande rilevanza sociale che raramente vengono affrontati da una prospettiva socio-spaziale. La geografia proposta ne La città autistica dialoga con una pluralità di saperi disciplinari e specialistici, proponendo una visione al tempo stesso interpretativa e trasformativa. Il libro invita infatti a ripensare gli spazi urbani come capaci di accogliere e valorizzare le differenze, con l'obiettivo di promuovere città più inclusive. Data l'importanza del libro, la Redazione ha ritenuto opportuno dedicare un forum a La città autistica, invitando Maurizio Memoli, Valentina Giuffrida e Giada Peterle a riflettere su di esso da diverse prospettive: dal rapporto tra neurodivergenza, spazio e identità, alle potenzialità del metodo autoetnografico nello studio delle città (autistiche). L'obiettivo è quello di arricchire la discussione sul libro, invitando a continuare il suo sforzo di immaginare e creare città più aperte, giuste e plurali.

La redazione RGI

Informazione bibliografica

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 1 / 2025

Federico Ferretti, Geographies of Federalism during the Italian Risorgimento, 1796-1900 (Floriana Galluccio) – Salvo Torre, Il pensiero decoloniale (Paola Minoia) – Giuseppe Forino (ed.), Disasters and Changes in Politics and Society. Contemporary Perspectives from Italy (Giovanni Baiocchetti) – Francesca Sabatini, Geografia delle aree interne. Discorsi e pratiche turistiche nella Sicilia fredda (Eléonore Jactat)