C’è una relazione ancestrale tra la Natura, la Religione e la Sapienza: il lungo viaggio dell’intelletto comincia dall’oscuro mondo delle emozioni, dove l’infinitamente piccolo è identico all’infinitamente grande; attraverso la preziosa intuizione, che coglie analogie e simboli, per farne strumenti di conoscenza. La strada del saggio, congiunge le divinità femminili arcaiche, all’alba dei culti - timore e devozione - alla "cultura", dono della comunicazione tra gli uomini e prima tappa della loro storia. Allo stesso tempo leggendario risale il senso del corpo e i primitivi rimedi contro i suoi mali, cercati dagli sciamani tra le erbe, le foglie e le cortecce degli alberi, indicati dalle forme, dalle stagioni, dal rapporto con le acque e con la Luna. A quei tempi remoti si può sempre tornare, certi di ritrovare una scheggia di conoscenza in più, un suggerimento ad utilizzare ciò che parla intorno e dentro di noi. Una fantastica associazione, forse più poetica che antropologica, lega i miti di ogni esperienza protostorica, mediante simboli universali (Dea Madre, acqua, Luna, alberi), alla scienza sacra per la quale materia e spirito hanno contorni sfumati ed incerti confini, per la quale la necessità della biologia ed il caso delle umane passioni liberamente si alternano, scompaiono l’una dentro l’altro, misteriosamente si sovrappongono. Là, dove l’illusione ed il sogno sono più veri e fecondi di qualsiasi teorema. Parole chiave: cellula, infiammazione, Dea Bianca, alfabeto, farmacologia, aspirina.