LIBRI DI CONCETTA RUSSO

Alessandra Decataldo, Concetta Russo

Lo sguardo sociologico in Terapia Intensiva Neonatale

Una ricerca partecipativa e collaborativa per promuovere un'ecologia dei saperi

Questo libro nasce dall’esperienza di ricerca sociale partecipativa e collaborativa nelle unità di cura neonatale di due ospedali del Nord Italia. Si ricostruiscono le strategie adottate per coinvolgere i genitori di bambini pretermine e gli altri stakeholder, nonché per promuovere un’effettiva interdisciplinarità tra la sociologia, la medicina, la psicologia, il servizio sociale e le loro differenti specializzazioni interne.


cod. 10753.8

Il volume si interroga sul contributo di analisi e di ricerca che la Sociologia della salute e della medicina può offrire alle complesse problematiche d’ordine etico, giuridico, economico, politico, sociale, culturale, di sicurezza e di protezione della privacy che fenomeni come la progressiva digitalizzazione della cura e della società contemporanee comportano.

cod. 11341.2

Alessandra Minello, Concetta Russo

Dentro lo schema. Accademiche italiane tra ricerca e didattica

SOCIOLOGIA DEL LAVORO

Fascicolo: 160 / 2021

Il lavoro accademico si divide tra ricerca, didattica e attività amministrative. Dopo la riforma Gelmini, la ricerca ha un peso rilevante ai fini dell’avanzamento di carriera. Secondo la letteratura, le donne sono più propense ad assumersi i compiti di insegnamento e quelli amministrativi, in virtù di un gender scheme che le vede più portate per queste mansioni. Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni apicali e le raggiungono più lentamente. In questo articolo esploriamo il ruolo attribuito dalle accademiche italiane ai compiti di didattica, indagando i percorsi di adattamento/resistenza alle nuove regole di competizione. Attraverso quindici interviste qualitative emerge che la didattica è considerata un elemento di ancoraggio: le intervistate percepiscono il rapporto diretto con gli studenti come indispensabile al raggiungimento della soddisfazione professionale, o considerano l’investimento in questo ambito come una potenziale porta di accesso alla carriera accademica. Alcune hanno subito richieste pressanti sia per l’espletamento di compiti di didattica sia amministrativi.

In questo articolo vengono discussi, utilizzando una prospettiva antropologica, due incontri psicoterapeutici con minori di origine latinoamericana. L’autore, partendo da una critica alla visione essenzialista della cultura, sposta il discorso dal considerare i minori come "stranieri" al considerarli come "migranti", mostrando come essi siano coinvolti, al pari dei loro genitori, in un processo creativo e negoziale di ridefinizione della propria identità. Per discutere questo argomento e metterlo in relazione con l’incontro terapeutico oggetto di dibattito, l’autore analizza tre tematiche: la polisemanticità del concetto di famiglia, il ruolo giocato dall’immaginazione nella costruzione dell’identità dei migranti, il rapporto fra maschile e femminile nelle culture latino-americane. L’autore conclude con alcune considerazioni sulla chiusura prematura dei due iter terapeutici.