Questo saggio affronta alcuni dei principali nodi storiografici di una vicenda ancora non sufficientemente studiata: l’occupazione italiana in Montenegro durante la seconda guerra mondiale. Nella prima parte l’autore evidenzia ragioni e obiettivi della rivolta popolare contro gli occupanti del 13 luglio 1941, attraverso una disamina sia degli errori commessi dalla diplomazia fascista nel tentativo di costituire uno Stato indipendente collaborazionista, sia della particolare condizione socio-politica della regione. La seconda parte del testo si concentra sulle ambiguità che caratterizzano la collaborazione fra l’esercito italiano e il movimento nazionalista serbo dei cetnici. L’aspetto più rilevante è la contraddizione fra l’alleanza militare in funzione anticomunista e la situazione internazionale che vede schierati su fronti opposti l’Italia fascista e il governo jugoslavo in esilio, da cui i cetnici dipendono. L’autore evidenzia tuttavia la concordanza di interessi, non solo contingenti, fra il leader cetnico Draza Mihailovic e il governatore militare italiano del Montenegro Alessandro Pirzio Biroli.