LIBRI DI GIUSEPPE CIVITARESE

Giuseppe Civitarese

Essere o non essere Habermas. Una risposta alla controreplica di Mauro Fornaro

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 3 / 2023

Criticando le interpretazioni che Civitarese (2023a, 2023b) ha dato dei filosofi cui si appoggia per giustificare la sua concezione di intersoggettività, Fornaro (2023b) trascura la sto- riografia recente che annovera ricercatori di primo piano.

Viene data una risposta alle osservazioni critiche contenute negli interventi di Ferro & Riefolo (2023) e di Fornaro (2023). I punti principali sono, nel primo intervento, lo statuto della realtà in psicoanalisi, l’enactment, le varie concezioni dell’inconscio, la self-disclosure, il dialogo tra filosofia e psicoanalisi. Per quanto riguarda invece il secondo intervento, i temi af- frontati riguardano l’interpretazione del contributo di Husserl ai fini di una definizione migliore del concetto di intersoggettività in psicoanalisi e aspetti metodologici relativi all’utilizzo di no- zioni derivate dal pensiero speculativo.

Giuseppe Civitarese

Sul concetto di intersoggettività in psicoanalisi

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 3 / 2023

Nella psicoanalisi contemporanea manca una definizione chiara di intersoggettività. In genere il termine si usa in riferimento a modelli di tipo relazionale e agli scambi che si realiz- zano tra due soggetti separati. Indica allora il profondo coinvolgimento dell’analista nel processo analitico. L’autore sostiene che questo tipo di uso, grosso modo come sinonimo di interazione o interpersonale, è banale e non è fedele al significato che riveste nella filosofia di Husserl. Il filo- sofo tedesco è stato il primo a parlare di intersoggettività per spiegare che se il soggetto ha ac- cesso all’altro e viceversa è perché sul piano ontologico sussiste già da sempre una dimensione di co-essere e co-implicazione reciproca (un campo trascendentale comune). Se dunque vogliamo formulare una definizione chiara e distinta, ma soprattutto specifica, di intersoggettività, dob- biamo recuperare questa intuizione e tradurla in princìpi coerenti di tecnica. In base a questi due semplici regole, fedeltà al significato speculativo originario del concetto e sua traduzione in stru- menti tecnici, diventa possibile differenziare i vari modelli di psicoanalisi.

Goriano Rugi

Tempo e Inconscio

Inattualità e creatività in Wilfred R. Bion

Il pensiero di Bion è scomodo, irritante, inattuale, in tempi in cui prevalgono l’anestesia e il pensiero di massa; in cui è prassi usuale ridurre problemi emotivi e relazionali a semplici operazioni cognitive. Tempo e inconscio sono i due temi, cardinali, che il volume affronta, per evitare la gergalità bioniana e fare un confronto tra Freud e Bion.

cod. 1422.1.22

Franco Borgogno, Alberto Luchetti

Il pensiero psicoanalitico italiano

Maestri, idee e tendenze dagli anni '20 ad oggi

Il libro fornisce una guida comprensiva della psicoanalisi italiana degli ultimi decenni, relativamente agli sviluppi teorici e ai progressi clinici più rilevanti, con particolare enfasi su temi quali il transfert, il trauma, gli stati primitivi della mente e la metapsicologia, sui quali il pensiero psicoanalitico italiano ha dato contributi particolarmente significativi. Una lettura utile sia per studenti interessati a conoscere i temi della psicoanalisi in Italia, sia per analisti esperti che vogliano approfondire la teoria e la tecnica analitica italiana.

cod. 1215.1.42

Giuseppe Civitarese

La sublimazione reinventata

PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

Fascicolo: 2 / 2022

La teoria della sublimazione riassume la teoria freudiana dell’arte. Benché sia così intuitiva da essere passata nella cultura popolare, è sempre stata ritenuta una teoria lacunosa. In questo articolo, l’ipotesi di lavoro dell’autore è che sia possibile "reinventarla" a partire dalla teoria estetica del sublime. Difatti sublimazione e sublime esprimono entrambe l’idea di un’ascesa del soggetto verso le vette più alte dell’umanità. Entrambe sono teorie dell’elevazione spirituale e di conquista "morale" dell’uomo, ed entrambe tentano di spiegare il mistero dell’esperienza estetica. Quel che l’estetica del sublime ci aiuta a vedere in maniera più chiara e distinta è che si tratta di un processo intrinsecamente intersoggettivo. In gioco nella crescita psichica è sempre la tessitura di nuovi legami, che però siano anche legami affettivi. Dal confronto tra le due teorie possono scaturire intuizioni suggestive sulla costituzione sociale ed estetica (cioè basata sulle sensazioni corporee) del soggetto alla nascita: al punto di partenza del processo di soggettivazione, e poi in seguito per tutta la vita (non si smette mai di "nascere"). Così reinterpretato, il concetto di sublimazione, una metafora che Freud prende in prestito dalla chimica, dove designa il passaggio di una sostanza dallo stato solido allo stato aeriforme, indica a meraviglia il processo di ascesa dal caos all’ordine, dal concreto al simbolico, dal corpo allo spirito. La sublimazione-come-riconciliazione con l’altro, che si svolge simultaneamente sul piano del pensiero verbale e dell’intenzionalità corporea, può fungere allora da modello dell’azione terapeutica.

Rosa Giuliana Benetti, Giorgio Cavicchioli

Il legame che trasforma

Pensieri e strumenti per una psicoterapia psicoanalitica orientata all'intersoggetività

Il volume si rivolge ai professionisti della salute mentale – psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti, medici, psichiatri, neuropsichiatri – che vogliano conoscere o approfondire i temi del lavoro psicoanalitico centrato sulla relazione intersoggettiva. Al contempo il testo risulta utile per allievi e specializzandi che si stanno formando alla psicoterapia, così come per altri professionisti della relazione di aiuto interessati a una visione psicoanalitica contemporanea dei legami interpersonali e degli strumenti di cura.

cod. 1422.1.20

Giuseppe Civitarese

Esperienze nei gruppi come chiave per comprendere l’"ultimo" Bion

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2021

Per arrivare a capire l’“ultimo” Bion, cioe` la parte piu` difficile e controversa della sua produzione, quella successiva ad Apprendere dall’esperienza, serve non soltanto una rilettura dei saggi raccolti in Riflettendoci meglio, ma anche tornare a Esperienze nei gruppi. L’ipotesi di questo lavoro e` che Bion abbia trascorso la sua vita di studioso – probabilmente senza nemmeno esserne consapevole, dal momento che non ne parla mai – trasponendo la sua teoria dei gruppi in quella da lui man mano sviluppata per la psicoanalisi individuale. Per illustrare questa tesi, l’autore mette sistematicamente a confronto alcuni dei principi fondanti di entrambe le teorie. Tornare a Esperienze nei gruppi risulta utile anche per un altro motivo. Bion rivoluziona la teoria, ma lavora ancora come un analista kleiniano. Pur offrendo una serie di spunti geniali, non sviluppa mai fino in fondo una tecnica nuova. Per avere una cassetta degli attrezzi analitica che tutti possano utilizzare bisognera` aspettare la teoria analitica del campo, che rappresenta uno sviluppo originale del pensiero bioniano. Quando adotta questo modello, l’analista vede nella coppia analitica non gia` due soggetti isolati che interagiscono l’uno con l’altro, bensi` un gruppo. Non c’e` “fatto” dell’analisi che non possa essere ascoltato come inconsciamente co-creato. Evidenziare l’ispirazione “gruppale” delle opere dell’ultimo Bion ci aiuta a cogliere il vero significato di questo principio tecnico tanto spesso frainteso e viceversa.

Giuseppe Civitarese

Cosa vuol dire "giocare" in analisi?

PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2021

"Giocare" in analisi ha a che fare con a) l’ascoltare il discorso dell’inconscio come se virtualmente qualsiasi cosa riflettesse il sogno della coppia o del campo analitico, b) l’interpretare il processo dell’analisi non come un rettificare le distorsioni di transfert ma come un promuovere trasformazioni, c) l’adoperare uno stile semplice, diretto e spontaneo di conversazione con il paziente. Nel nuovo paradigma della psicoanalisi, che si può definire non più epistemico ma ontologico, cioè diretto non tanto a svelare contenuti rimossi ma a promuovere nuove funzioni, la psicoanalisi dei bambini, in cui il gioco ha un posto così rilevante, fa da modello alla psicoanalisi degli adulti. I concetti di attività, vitalità, intensità, curiosità, piacere, esplorazione, spontaneità, apertura, ecc. diventano elementi che idealmente dovrebbero essere presenti in qualsiasi analisi. Nel gioco tutto è finzione e si gioca in due. Giocare serve a far crescere la mente passando per momenti di sintonizza zione emotiva (at-one-ment). Da qui la necessità per l’analista di disporre di concetti aggiornati per intuire cosa succede sul piano inconscio e condiviso della relazione.

Basilio Bonfiglio

Esplorazioni psicoanalitiche sull’origine della psicosi

Relazioni simbiotico/fusionali, acquisizione del senso di sé e costruzione dell’identità

Spinta dal bisogno di indagare il funzionamento della mente umana, ma anche da quello di rispondere ai molti che chiedono di alleviare le proprie sofferenze in ambito privato o nei dipartimenti di salute mentale, la psicoanalisi, superando lo scetticismo iniziale di Freud, da decenni si occupa attivamente di psicosi. Il volume esamina alcune tappe dell’evoluzione delle nostre conoscenze sull’argomento per ridurre lo iato che separa spesso le formulazioni teoriche sulla psicosi dalla comprensione clinica e dalle tecniche terapeutiche che la sostengono.

cod. 1215.6.2

Howard B. Levine, Gail S. Reed

Stati non rappresentati e costruzione del significato

Contributi clinici e teorici

“Leggere questa straordinaria raccolta di lavori è come partecipare ad un master class. Gli autori affrontano aree che vanno oltre il funzionamento nevrotico. Come possono essere compresi i vuoti, le assenze così come le presenze della mente all’opera? Qual è il significato di questi vuoti e quali sono i loro effetti sull’individuo e sull’analista? Qual è il luogo e l’impatto della parte non pensante della mente, e come funziona?” (Warren S. Poland)

cod. 1215.1.37

La creatività umana prende forma conoscibile e comunicabile nei sogni e nelle fantasie così come nelle rappresentazioni artistiche. I linguaggi dell’arte, nelle varie forme espressive, possono quindi suggerirci sentieri nuovi per avvicinarci alla lingua segreta della psiche.

cod. 1217.3.11

Giuseppe Civitarese

Il sogno necessario

Nuove teorie e tecniche dell'interpretazione in psicoanalisi

Cos’è diventata l’interpretazione psicoanalitica dei sogni? I sogni sono ancora la via regia per l’inconscio? Che significato hanno nel dialogo analitico? Che ruolo nella clinica? Sono alcune delle domande cui il libro risponde, raccontando l’affascinante traiettoria della teoria del sogno da Freud a Klein, Bion, Meltzer, Ogden, Ferro.

cod. 1217.1.18

Andrea Marzi

Psicoanalisi, identità e Internet.

Esplorazioni nel cyberspace

Il volume esplora le conseguenze della realtà virtuale nel campo analitico e le peculiari caratteristiche dell’incontro con la mente degli “Internet-addicted” mostrando nel dettaglio i percorsi della cura, analitica o psicoterapica, dell’analista con il “navigatore” smarrito nella realtà virtuale.

cod. 1217.1.19

Giuseppe Civitarese

Campo incarnato, rêverie corporea e pazienti con blocchi della simbolizzazione

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 20 / 2013

Per sbloccare situazioni in cui vi è una seria difficoltà a pensare, perché mancano le basi per un funzionamento più evoluto della mente, ossia uno sfondo di sufficiente familiarità o continuità dell’essere, la via per la simbolizzazione può passare per la capacità dell’analista di mantenere una vita immaginativa, ma prima ancora di fare attenzione al suo sognare nel corpo (o, meglio, nel campo somatico) quello che succede. In questo modo egli entra in contatto con la crisi e ne dà una prima rappresentazione che in sé è salvifica. Le rêverie somatiche si distinguono dagli enactment, teorizzati entro la cornice di una psicologia unipersonale come scarica emotiva inconscia che si oppone al pensare piuttosto che essere in continuità con esso, dalle rêverie sensoriali perché manca una qualità immediatamente percettiva e dalle azioni interpretative perché non c’è intenzionalità. Esse realizzano una sorta di unisono sensoriale-fisico (come essere uno stesso corpo) che è la base per esperire poi forme più differenziate di unisono. Naturalmente perché si possa utilizzare in questo senso, questo concetto deve essere collocato entro un quadro di riferimento interpersonale o entro una teoria di campo: è solo allora, dal risveglio interpretativo, che per lo più non viene esplicitato al paziente, che deriva il suo carattere di "sogno".

Graziano De Giorgio, Fausto Petrella

Sogno o son desto?

Senso della realtà e vita onirica nella psicoanalisi odierna

L’onirico continua a mantenere un ruolo fondamentale nella teoria e nella pratica psicoanalitica con una grande varietà di accenti. Sullo sfondo di riferimenti teorici ed esperienze cliniche differenti, il volume ne esamina criticamente gli sviluppi e le prospettive.

cod. 1950.1.16

Valeria Egidi Morpurgo, Giuseppe Civitarese

L'ipocondria e il dubbio

L'approccio psicoanalitico

Una visione in 3D di un argomento stranamente eluso nella letteratura psicoanalitica perché affronta una sfida appassionante da prospettive diverse ma consonanti. Tutti gli autori, infatti, enfatizzano la dimensione relazionale dell’ipocondria, e sul piano tecnico sottolineano quanto siano necessarie nella cura prudenza, delicatezza e pazienza.

cod. 1217.1.15

Francesco Capello

Città specchio.

Soggettività e spazio urbano in Palazzeschi, Govoni e Boine

Il volume si accosta a tre autori fondamentali del canone italiano primonovecentesco da un’angolatura inedita, mostrando come nei loro testi il nucleo di fantasie associate al tema cittadino si ritrovi operante anche nel rapportarsi del soggetto ad altri oggetti significativi. La città si rivela immagine speculare dell’alterità con cui si entra in rapporto, ma anche e soprattutto di quella costellazione di forme relazionali che è la soggettività stessa.

cod. 1051.18