Attraverso l’analisi della struttura beneficiale della diocesi l’autrice ricostruisce i nessi tra vita religiosa e debolezza economica nella Bergamasca tra Sette e Ottocento in una varietà di situa-zioni locali. Ad eccezione di qualche rara zona o di importanti centri borghigiani, non manca-vano nella pianura, dominata da salariati agricoli poveri e analfabeti, cure mercenarie.- cioè con parroco salariato e senza un’adeguata dotazione beneficiale - di elezione popolare e con qual-che centinaia di fedeli o poco più. Esse erano più numerose in montagna e nelle valli quale esi-to della tendenza della popolazione locale a rendere capillare il servizio religioso costruendo luoghi di culto anche nelle frazioni più isolate. In queste parrocchie le comunità, che detenevano antichi diritti di patronato, per la nomina del pastore si erano viste spesso costrette a stipula-re contratti "a termine" con sacerdoti senza regolare investitura ecclesiastica. La debolezza eco-nomica rese difficile in età napoleonica applicare la riforma parrocchiale nei suoi aspetti eco-nomici e disciplinari e cioè in materia di dotazioni beneficiali, ordinazioni sacerdotali, concorsi vescovili.