Nella Venezia del sei-settecento il mondo del libro non si esauriva all’interno dell’Arte degli stampatori e librai. L’indagine archivistica ha permesso di ricostruire rapporti, intrecci, conflitti e soluzioni per oltre due secoli tra corporati e «contraffacenti», cioè chi esercitava senza essere immatricolato o al di fuori della categoria di appartenenza. Si tratta di una convivenza costante - per alcuni confratelli forzata, per altri un’utile fonte di collaboratori - che ha determinato lo sviluppo di sistemi di produzione e di commercio librario complementari. Il dualismo legislativo, statale e corporativo, che si venne a creare fin dalla nascita dell’Arte lasciò spazi di libertà per esercitare, sperimentare e affermarsi illegalmente. Nel saggio si analizzano quelle figure che impararono la professione senza necessariamente seguire il percorso formativo richiesto dall’Arte andando ad inserirsi, nella maggior parte dei casi, nel mercato editoriale di largo consumo.