L’articolo esamina le forme di assistenza offerte alle donne migranti giunte in stato di gravidanza in Europa, attraverso i viaggi via mare. Nella prima parte dell’articolo l’autore analizza le violenze di genere subite dalle donne durante il percorso migratorio dal continente africano ai territori-frontiera dell’Italia meridionale, quale l’isola di Lampedusa e la città di Palermo, in Sicilia. La seconda parte dell’articolo sottolinea le difficoltà incontrate dalle migranti nell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, e l’influenza delle condizioni di vita all’interno dei centri di accoglienza sulla salute globale delle donne. L’autore sostiene che le violenze strutturali e le forme di discriminazione a cui le migranti di origine sub-sahariana sono soggette continuano dopo il loro arrivo in Europa. Le violenze istituzionali esercitate attraverso le leggi in materia di salute riproduttiva e lo stesso funzionamento del sistema di accoglienza si accumulano ai traumi fisici e psicologici vissuti durante la migrazione.